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Repubblica – L’Inter non vince più. Prevale la tristezza e lo smarrimento…

Solo conferme, anche contro il Chievo che è laggiù in classifica. L’Inter ha infilato il tunnel e non ne esce. Tutto ciò che riesce a raccogliere, oltre ai fischi dello scarso pubblico pagante, è un pareggiotto triste che sa di impotenza,...

Francesco Parrone

Solo conferme, anche contro il Chievo che è laggiù in classifica. L’Inter ha infilato il tunnel e non ne esce. Tutto ciò che riesce a raccogliere, oltre ai fischi dello scarso pubblico pagante, è un pareggiotto triste che sa di impotenza, col corollario di un gol annullato per fuorigioco che non c’è e un rigorino non visto nel recupero, e che le fa chiudere il girone di andata al quinto posto ma con una serie finale che mette i brividi: una sola vittoria, quella del derby, in sette partite. Sprofondo nerazzurro. Urge la chiusura del ciclo con tanti ringraziamenti agli antichi eroi, del resto ieri Thohir l’ha ribadito: «Questo è l’ultimo anno di un ciclo fantastico». 

Per ora si cercherà di piazzare sul mercato Guarin, per poi formulare un’offerta per Hernanes che però costa 15 milioni. E’ un’Inter che ha un dannato bisogno di scosse per cambiare passo e per dimenticare le proprie inadeguatezze. Peccato non ci siano alternative in attacco: Milito è reduce dai 90 minuti di Udine e Icardi, figuriamoci, è fermo per il solito infortunio da cui non guarisce mai ma se non altro, sfortunato al gioco, è fortunato in amore: da qui il sorriso radioso con cui esibisce in tribuna la celebre fidanzata Wanda, piombata in Italia per confortarlo. Mazzarri dunque, sostenutoda uno striscione affettuoso degli ultrà, prova a sparigliare l’orribile stallo di inizio 2014 almeno cambiando modulo. Dietro Palacio spingono Alvarez e Kovacic, di fatto è il 3-4-2-1 che Mazzarri propose a Napoli, anche se all’epoca il tridente era di ben altro spessore: Hamsik-Lavezzi-Cavani

Non c’è neppure il tempo di verificare la possanza del nuovo assetto, che un buco difensivo provoca lo 0-1. Rolando sbaglia l’uscita su Dramé e di colpo alle sue spalle c’è il vuoto: ne approfitta Paloschi, tre passi in area sull’inesistente chiusura di Juan Jesus e sassata di destro che sorprende Handanovic. Tornano d’attualità le discussioni su una difesa mai solida: a nulla serve neppure la bocciatura di Ranocchia, ormai riserva e destinata al mercato. Però il gol di Paloschi è utile per scuotere l’Inter, che pareggia al 12’ col quinto gol stagionale di Yuto Nagatomo, ormai il secondo realizzatore dell’Inter dopo Palacio: l’azione la costruisce e la rifinisce Alvarez saltando sulla destra dell’area Hetemaj, cross basso e Yuto tocca in rete con la difesa del Chievo che assiste. Il giapponese segna anche il 2-1 al 16’ su assist di Jonathan ma il guardalinee Giachero annulla per fuorigioco che non c’è (Dramé tiene in gioco Nagatomo) allungando la lista delle lagnanze nerazzurre. 

E’ comunque il miglior momento interista, col centrocampo compatto che avanza e il pallone mosso con abilità da Kovacic e Alvarez. E prima che Corini trovi le contromisure, Palacio fallisce da tre metri un facile colpo di testa su cross di Jonathan (24’) a ribadire che il popolare Trenza non è ancora rientrato a pieno regime, insomma si è fermato al tacco decisivo nel derby. Poi l’Inter si acquieta per mancanza di spazi, il Chievo si assesta ma non morde ripartendo e insomma la ripresa è una povera cosa, anche quando Mazzarri inserisce Milito per Cambiasso: primo e unico tiro in porta di Alvarez al 25’ (Puggioni respinge). Finale con mischie confuse ma nessun pericolo, a testimoniare che proprio non c’è verso. Lamentele finali per un probabile rigore su Botta, ma quel che prevale è la tristezza, il senso di smarrimento. Ripartire da qui sarà dura.