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Il quotidiano La Repubblica dedica la pagina dello sport alla sfida di questa sera tra Juventus e Inter, dove i due tecnici faranno poche modifiche tattiche soprattutto in difesa e centrocampo: "La supplente aveva quasi iniziato a crederci, anche se in cuor suo sapeva che l’ordine naturale delle cose era un altro, che alcuni dettagli non tornavano. Però dato che l’assenza della professoressa, o della titolare della cattedra, si protraeva da un sacco, un pensierino era pure lecito. Niente da fare. Dicembre e gennaio hanno spazzato via dubbi, illusioni, speranze precarie. Anche se a braccetto col Napoli, la Juventus è di nuovo lei, è tornata, è lassù, e nessuno riesce a farle il solletico. All’Inter, che aveva sperato di prolungare la supplenza fino a maggio, tocca invece farsi piccina e soffrire, perché in questo periodo va così e deve presentarsi all’andata della semifinale di Coppa Italia di stasera (ritorno a San Siro il 2 o 3 marzo) nei panni della grande decaduta, e in crisi, e con gli sfavori assoluti del pronostico. Se c’è una squadra dannatamente in forma in questo scorcio di stagione è la Juventus: la serie aperta di 11 vittorie consecutive in A, iniziata il 31 ottobre, più le due vittorie nei turni precedenti di coppa (Torino e Lazio), dicono che in Italia la Juve batte tutti, senza discussioni, da tre mesi, con quel cipiglio feroce che ben conosciamo, quest’anno innervato dalle giocate di pura Joya firmate Dybala.
L’Inter del 2016 è stata finora, a parte la vittoria millimetrica di Empoli e il colpaccio a Napoli nei quarti di coppa, solo un ologramma, rispetto alla squadra solida e ruggente d’autunno, proprio un’altra cosa sul piano atletico e del temperamento, e tutti sono lì a chiedersene il motivo, prima o poi lo capiranno, o forse è tutto già assai chiaro. L’unica cosa in comune tra Juve e Inter è la tenuta difensiva: hanno i migliori reparti arretrati del campionato per numero di gol incassati (Inter 14, Juve 15). Fine dei paragoni. Arrampicarsi fino a renderne possibili altri con l’inarrivabile Juve è dunque il compito che spetta all’Inter calante di gennaio, vedremo. Intanto trova un avversario che è esattamente il suo opposto: rischia nulla, sa controllare la gara, segna quando serve, e ha nervi distesi, distesissimi. Al punto che Max Allegri può permettersi il lusso di invitare la fantasia al potere: «In un periodo come questo non dobbiamo stare a pensare troppo alle nostre vittorie, ai nostri numeri. Voglio una Juve spensierata, anzi incosciente, che trasformi l’entusiasmo in equilibrio». Mica facile, ma se lo dice lui dev’essere possibile. Manda anche un messaggio all’ombroso Morata: «Se ha qualche pensiero se lo tolga. Lo voglio spensierato come Buffon, che se comincia a ragionare diventa più vecchio di quello che è».
Più laconico Roberto Mancini: «Dobbiamo stare tranquilli. Lavorare, sudare. Possiamo superare questo momento difficile in campionato, la strada è lunga». Juve senza Zaza e Khedira e Marchisio e Dybala diffidati, mentre l’Inter è a pieno organico. È solo l’andata e domenica si giocano Chievo-Juve e Milan-Inter, quindi si prevedono parecchie modifiche nelle formazioni-tipo, nei moduli e negli uomini. Si torna a giocare uno Juve-Inter di coppa a Torino 8 anni dopo l’ultimo precedente: vinse l’Inter di Mancini (sulla Juve di Ranieri) per 3-2, con doppietta di un Mario Balotelli diciassettenne. Erano un’altra Inter, un altro Balotelli, un altro Mancini e soprattutto un’altra Juve".
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