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Repubblica – L’Inter a Firenze, nuovo esame per Mazzarri. E per Botta ci sarà …

Francesco Parrone

Il palleggio, l’espressione tecnica, Hernanes e Guarin dietro due punte. Almeno, forse, chissà, non rischieranno di sentirsi bruciare nelle orecchie la nenia «il pallone è quello giallo», come da perfida e fiorentinissima ironia della folla...

Il palleggio, l’espressione tecnica, Hernanes e Guarin dietro due punte. Almeno, forse, chissà, non rischieranno di sentirsi bruciare nelle orecchie la nenia «il pallone è quello giallo», come da perfida e fiorentinissima ironia della folla un anno fa, in un 4-1 da incubo che ad Appiano ricordano bene. Mazzarri punta sulla qualità, il che è sempre una buona idea anche in tempi di crisi, per traghettare l’Inter oltre le sue paure, i suoi tabù. Ma spetta alla Fiorentina il responso e solo stasera si capirà se la traversata di Walter è destinata all’approdo o al naufragio, perché un test migliore dei viola si fatica a trovarlo. L’Inter ci arriva rilanciata eppure dubbiosa, visto che l’1-0 al Sassuolo potrebbe anche essere stato un brodino e in fondo, in trasferta, negli ultimi tempi è stato un massacro: quattro sconfitte consecutive in campionato (Napoli, Lazio, Genoa, Juventus) più una in Tim Cup (Udinese), con i nerazzurri che non vincono lontano da San Siro dal 3 novembre scorso (3-0 a Udine). E non parliamo di Firenze, del Franchi: giusto un anno fa l’Inter di Stramaccioni rimediò quell’imbarcata terrificante, preludio ad altri disastri. «Ma è cambiato tutto, sono diversi gli interpreti», tronca Montella, in una vigilia che scorre placida e senza stridor di denti o di dichiarazioni, anche se Vincenzo e Walter non si amano e si sa: «Ma ci siamo chiariti», sottolinea Mazzarri, perché all’andata invece le lame le incrociarono eccome.

Venerdì da fair play invece, tutto un evidenziare le qualità dell’avversario, un minuetto da impacciati gattoni che nasconde piuttosto gelide strategie per fregarsi in campo, non prima che tanto non serve. «All’andata l’Inter ci punì al minimo errore, e ha un allenatore che è arrivato due volte secondo negli ultimi anni», è il mazzo di fiori offerto da Montella, che ne riceve uno a sua volta da Mazzarri: «La Fiorentina ha fatto grandi cose negli ultimi due anni, è un avversario difficile in sé e anche perché è carico dopo aver conquistato la finale di Tim Cup». Ma che gentili. Piuttosto Montella, anche se recupera tra i convocati Mario Gomez (torna in campionato dopo cinque mesi, «la possibilità che giochi alcuni minuti è reale») ma fa a meno di Borja Valero, teme che le recenti fatiche pesino: «Rispetto ai nostri standard siamo un po’ stanchi, dobbiamo recuperare energie fisiche e mentali». Walterone ritrova Cambiasso in panchina ma perde Kovacic e sembra sereno, come sempre dopo una vittoria e come quando vede begli allenamenti: «Ora ho una rosa ampia, anche troppo visto che giochiamo solo il campionato. Ma nessuno ha il posto assicurato, anzi ho aumentato il livello di concorrenza e di veemenza nelle partitelle, chiedo contrasti e grinta. Lo diceva anche Alex Ferguson, che l’allenamento è fondamentale per entrare nel clima partita». Darà ancora più spazio a Ruben Botta, anche se partirà con Milito. Poi la butterà sulla qualità. Anche se sulle fasce la Fiorentina ne ha di più.