Finisce in gloria pure questa, finisce con tremila interisti che cantano in curva e di lunedì sera, non è da tutti. Fanno 9 vittorie su 11 partite e ancora 0 sconfitte, il 2° posto riaffermato a dispetto dei santi e degli esperti navigatori che la circondano, insomma missione compiuta pure nell’ostile Bentegodi. Secondo la Repubblicac’è del fuoco dentro questa Inter, un’anima, una coscienza di sé, forse anche una felice sopravvalutazione dei propri talenti, ma finché dura è inutile guardarsi troppo dentro. Anche in una serata grigia sul piano della fluidità del gioco, della lucidità, anche se Icardi si nasconde, anche se l’Hellas rimane viva fino al 95’. Ma è in ogni caso 2-1, e anche l’Inter, nella serie A più spaccata in due di sempre, centra il suo piccolo o grande primato: mai aveva ottenuto 29 punti nelle prime 11 gare di campionato,mai neppure nei suoi anni migliori, quelli degli scudetti di Mourinho, segno che c’è molto che non torna in questo torneo orrendamente squilibrato.
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Repubblica – L’Inter di Spalletti conquista il suo primo record: è un monday night interista
Mai tanti punti nerazzurri dopo 11 giornate: effetto di un torneo spaccato. La vetta è a -2. Verona, rigore da Var con attesa di 2’
Altro piccolo record: a Verona, come previsto, Spalletti propone la quinta formazione identica in 11 gare, quarta consecutiva, segno di stabilità o di scelte risicate, dipende da come la si guarda. L’Inter la sfanga in una gara condotta a buon ritmo ma senza la lucidità necessaria negli ultimi trenta metri, dove l’Hellas è brava a chiudersi senza offrire varchi, e il giropalla nerazzurro batte in testa. Di fatto, la partita viene decisa da incertezze difensive, individuali o collettive, piuttosto clamorose. Quella sul primo gol interista, dopo oltre mezz’ora di nulla, è un’imbarcata di mezza Hellas: sul cross di Candreva c’è Fossati che non segue l’inserimento in area di Borja Valero, c’è Romulo che dimentica di chiudere la diagonale, c’è Caracciolo che si incolla a Icardi e non vede l’arrivo dello spagnolo, che tutto solo appoggia in rete da pochi passi. L’Inter non sa capitalizzare il vantaggio, a inizio ripresa spara a salve da fuori in pochi minuti (Perisic, Icardi e Vecino in successione) e forse pensa che l’avversario stia per piegarsi del tutto, ma poi becca il pareggio tramite Var, dopo una leggerezza in uscita di Handanovic che travolge Cerci. L’arbitro Gavillucci non fa una piega ma poi si convince a chiamare l’aiuto tecnologico, che evidenzia il fallo. Il bello è che Pecchia, dopo aver lasciato in panca Pazzini, lo butta dentro per calciare il rigore, e il Pazzospiazza Handanovic, poi festeggia grassamente, all’indirizzo di chi sa bene lui. Ma è un altro errore collettivo a condannare l’Hellas poco dopo su angolo da sinistra: respinta corta di Heurtaux, tutti schiacciati in area e nessuno esce su Perisic, che è solo come un eremita al limite e scaraventa in rete una sassata di controbalzo destro. Non serve molto altro, perché gli assalti veronesi sono entusiasti ma assai confusi. E in tremila spianano al cielo ugole nerazzurre, mentre la squadra va a ringraziare sotto la curva, in un Monday night più interista che mai.
(Fonte: Andrea Sorrentino, la Repubblica 31/10/17)
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