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L'Inter di questa stagione ha superato un suo limite dello scorso anno: dipendere molto dai gol di Mauro Icardi. Ora non è più così: vanno in gol più giocatori, dai centrocampisti agli esterni. Ed era quello ciò che Luciano Spalletti voleva: avere più alternative per segnare. Lo sottolinea anche Repubblica nella sua edizione odierna: "Sono venuti quasi in settantamila, e di sabato pomeriggio, per un concerto di musica dodecafonica. Presi da insana euforia, hanno iniziato a ballare fin dalle prime note, poi hanno lasciato lo stadio cantando. L'abbrivio ormai è preso in pieno, l'Inter non sa smettere di vincere, anzi migliora e basta, ogni partita una novità positiva. Fino a una settimana fa, per dire, non c'era traccia di Joao Mario, non aveva giocato un minuto: poi ha esordito a Roma, benino, infine ieri è tornato nel Tempio, che lo attendeva un filino prevenuto, e quello che un tempo era un erratico incursore (l'ultimo gol 21 mesi fa, l'ultimo assist 14 mesi fa, nel frattempo era fuggito in prestito al West Ham) è entrato in 4 dei 5 gol che hanno asfaltato il Genoa, ha provocato il primo rubando palla all'inizio dell'azione per poi indurre all'autoassist Biraschi per Gagliardini, poi ha squadernato due assist e una rete, quasi danzando. Gagliardini invece ne ha segnati due, come mai in carriera, e dire che è una riserva pure lui, come Joao Mario fuori dalla lista Champions, per giunta era rimasto malissimo per l'esclusione contro la Lazio.
Nell'Inter di recente virata al 4- 3- 3, Spalletti è in quella invidiabile situazione che capita ai condottieri nei momenti magici: non che non esistano titolari fissi, ma le rotazioni non intaccano la solidità del tutto, anzi chi gioca meno o pochissimo entra con foga e lucidità mentre i primattori riposano senza broncio. Balzano all'occhio le sette vittorie consecutive, chiaro, anche se il Genoa si è arreso quasi subito per via di energie al lumicino e del capocannoniere Piatek in panca (segnalato Preziosi di umore funesto: per Juric già decisive Napoli e Samp, come minimo), ma è interessante il dato degli uomini che l'Inter ha mandato in rete finora: ben dodici, insomma l'Icardi- dipendenza è lontana. Spalletti in questa fase irripetibile è riuscito a dare pari dignità a una rosa di 20 uomini, un po' come fecero i dodecafonici coi tasti neri e quelli bianchi del pianoforte, e ne uscirono armonie nuovissime. Infatti arriva una cinquina, mai segnato così tanto, proprio nel giorno in cui Maurito rifiata in attesa del Barça, e col sostituto Lautaro che soffre l'avversario diretto e sbaglia troppo tecnicamente, per incidere. Ma intorno è un'orchestra, anche se la difesa del Genoa pasticcia sui primi due gol, con quel furetto di Politano che si infila ovunque e segna pure lui: nel giorno dei risvegli, certificato dal rientro di Nainggolan con gol sulla battuta finale, si annotano i tre gol italiani nell'Inter in una sola gara, non accadeva da quasi 7 anni, e uno dei tre era Thiago Motta. È un momento troppo bello quindi dannato e inafferrabile, la fronte si corruga già", conclude Andrea Sorrentino.
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