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Repubblica – Mazzarri fischiato a un punto dalla Champions. Lui scherza ad Appiano

Francesco Parrone

Fischiato a un solo punto dalla 3ª posizione che vale la Champions. Vicino all’esonero a causa di un malinconicoultimo posto a pochi mesi dall’esaltante qualificazione in Europa League, subito vanificata dalla giustizia sportiva. Il calcio...

Fischiato a un solo punto dalla 3ª posizione che vale la Champions. Vicino all’esonero a causa di un malinconicoultimo posto a pochi mesi dall’esaltante qualificazione in Europa League, subito vanificata dalla giustizia sportiva. Il calcio italiano non è mai tenero con i suoi allenatori. L’anticipo tra Parma e Inter al Tardini, con la sfida tra Walter Mazzarri e Roberto Donadoni, offrirà un altro esempio di questo particolare accanimento. Due emblemi diversi di un unico fenomeno: l’impossibilità di vivere sereni su una panchina di Serie A. Il livornese ha la fiducia di Erick Thohir, ma deve subire la disapprovazione dei tifosi nerazzurri a ogni esibizione a San Siro: «Siamo in democrazia, non sto a contare i fischi. Non è possibile capire quanti sono. Fosse per me non parlerei più. Il mio pensiero deve essere quello di isolare i ragazzi dall’esterno», dice il tecnico nerazzurro che non riesce a entrare nel cuore del pubblico interista. Non basta neanche il doppio successo con Cesena Sampdoria che ha riavvicinato la squadra alle zone alte della classifica.

Ma i progressi evidenziati nelle ultime uscite hanno restituito il sorriso a Mazzarri che cercherà per la prima volta di conquistare tre vittorie consecutive in campionato alla guida dell’Inter: «Quando mi ricordate queste cose, se potessi, le mani andrebbero da un’altra parte — scherza in conferenza stampa alla Pinetina — invece devo tenerle in alto». Battute e orgoglio. «I ragazzi hanno dimostrato di essere uniti. Dobbiamo avere un unico pensiero: Parma, Parma, Parma».

Nella città emiliana Donadoni dovrà cercare di resistere in ogni modo alla calata nerazzurra. Potrebbe essere la sua ultima speranza in questa stagione disgraziatissima (all’orizzonte altre possibili penalizzazioni dopo i nuovi rilievi della Covisoc). Tommaso Ghirardi è molto legato al tecnico bergamasco che ha regalato tante soddisfazioni ai gialloblù in questi anni. Ma le leggi non scritte del calcio rendono quasi impossibile a un presidente non valutare un esonero dopo 8 sconfitte in 9 giornate. Nemmeno il calendario aiuta Donadoni: settimana prossima trasferta a Torino con la Juventus. «Non chiedete a me se saranno partite decisive. Io penso solo a fare al meglio quello che devo fare. Il resto lo lascio ad altri. Anche questa settimana ho sentito al telefono Ghirardi come succede sempre. Non è cambiato nulla», dice l’ex ct azzurro. Nel 2009 a Napoli fu proprio Mazzarri a sostituirlo. C’è sempre un destino comune nei mille incroci delle instabili panchine italiane.