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Sarà al livello di un First Certificate o addirittura di un Proficiency? La sua pronuncia somiglierà al cockney londinese o al mancuniano del nord? Predilige Dickens o McEwan, la Bbc o Channel 4? Curiosità lecite, a questo punto. Perché ieri Walter Mazzarri ha voluto far sapere che lui l’inglese lo parla eccome, e che in una telefonata con Thohir saprebbe spiegare i segreti della ripartenza nella lingua del Bardo di Avon: «L’inglese lo so anch’io. Ho fatto la gavetta, ero osservatore di calciatori anche fuori dall’Italia e mi sono sempre fatto capire. Non avrò la scioltezza nel linguaggio ma non mi pare che, ascoltandoli, i miei colleghi che lavorano all’estero parlino un inglese migliore del mio. Per adesso non è cambiato niente e continuo a confrontarmi con Branca e Ausilio, ma se Thohir chiamasse gli risponderei. Da tecnico, sono a disposizione del club 24 ore su 24».
Al di là delle simpatiche ironie che l’uscita può suggerire, è logico che Mazzarri in questa fase sia un po’ sulle spine e per almeno tre motivi: è reduce da una sconfitta per 3-0 in casa; stasera gioca contro il Toro senza alcuni elementi fondamentali perché gli infortuni cominciano a chiedere il solito dazio; l’arrivo di un nuovo proprietario e le conseguenti voci sul futuro tecnico lo chiamano in causa per forza. Ma soprattutto è il presente a preoccupare: Campagnaro, reduce dalle assenze contro Cagliari e Roma (in cui l’Inter ha raccolto solo un punto) e però anche dai 90’ in Uruguay-Argentina, è saltato nella rifinitura di ieri, inoltre mancano pure Alvarez e Milito, che avrebbero entrambi giocato se non si fossero infortunati. Però anche al Toro manca tutta la difesa titolare e in parte le cose si riequilibrano.
All’Olimpico non ci sarà ancora nessuno dei nuovi dirigenti indonesiani. Quanto al futuro cda, i tre membri “morattiani” esprimeranno la continuità nelle persone di Angelomario Moratti, detto Mao, e Rinaldo Ghelfi, mentre il terzo sarà un esponente di Four Partners che ha partecipato alla lunga trattativa con Thohir.
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