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Tuttavia nella sede di via Aldo Rossi più di qualche timore si è certamente insinuato. Lo dimostra il comunicato della società, “terza ed estranea all’indagine, che coinvolge anche i legali rappresentanti con potere di firma, Giorgio Furlani e Ivan Gazidis, attuale e precedente Ad del club”. Il concetto di terzietà ha subito sollevato dubbi tra gli esperti di diritto sportivo, visto il ruolo apicale degli indagati nell’organigramma, ma intanto la cosa evidente è una certa presa di distanza — eufemismo — dall’ex ad e da quello attuale", spiega Repubblica.
"Proprio questo è però il nodo dell’indagine, originata dalla denuncia del fondo Blue Skye di Gianluca D’Avanzo e Salvatore Cerchione: attraverso l’avvocato Roberto Zingarihanno chiesto la valutazione del reato di “appropriazione indebita ai danni di Blue Skye”, che possedeva quote di minoranza, sollevando dubbi sulla cessione. La Procura ha tra l’altro ipotizzato il potenziale conflitto d’interesse, passibile di sanzioni Uefa come l’esclusione dalle coppe, se si dimostrasse che Elliott all’epoca dei fatti contestati aveva ancora “un’influenza dominante sulla società di calcio francese Losc Lille” e che il rischio di un’indagine di Nyon possa avere accelerato il cambio azionario al Milan.
Nel caso, essendo i tempi di prescrizione Uefa di 5 anni, sarebbe possibile l’apertura di un’inchiesta retroattiva di Nyon per la violazione delle regole sulla multiproprietà: solo a partire dalla prossima edizione delle coppe non più contigue (cioè senza più retrocessioni dall’una all’altra) lo stesso proprietario o azionista “con influenza decisiva” potrà infatti controllare più di un club, a patto che le squadre partecipino a competizioni diverse.
Un altro argomento delicato, messo a fuoco dalla GdF, riguarda il potenziale riassetto societario in vista dell’ingresso di un nuovo investitore. Nel documento uscito da Casa Milan — quante crepe in via Aldo Rossi sull’interesse di investitori arabi, anticipato da Repubblica — si prefigurano addirittura le future quote: al nuovo socio il 41,7% tramite il riacquisto per 487.5 milioni dell’80% del famoso “vendor loan”, il finanziamento concesso da Elliott a RedBird per rilevare il club.
Ma il Milan ha un guaio per certi versi ancora più serio. Da ieri tutta la sua dirigenza all’americana, che ha estromesso Maldini e Massara per varare la nuova politica societaria, appare più debole: soprattutto l’ad Furlani e l’azionista di maggioranza Cardinale. Il quale si è autodipinto, nei forum organizzati ad hoc senza domande scomode, come il vate di un calcio ipermoderno, fatto di stadi fantasmagorici, e ha investito Ibrahimovic del ruolo di suo plenipotenziario. Ora si fa un po’ più di fatica a credergli", aggiunge Repubblica.
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