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Dopo l'Inter, nella giornata odierna tocca al Milan presentarsi alla UEFA per scongiurare pesanti sanzioni per il mancato rispetto del fair-play finanziario nell’ultimo triennio della gestione Berlusconi. Secondo il quotidiano la Repubblica"nel faldone già spedito in Svizzera c’è un documento, sottoscritto dal fondo americano, che salva la “continuità aziendale”: in pratica, il fondo si farà carico di coprire le spese per il funzionamento del club qualsiasi cosa accada da qui a ottobre, data della scadenza del maxidebito del presidente cinese Yonghong Li. Elliott, che gli ha prestato i soldi, ha tutto l’interesse a salvaguardare l’investimento fatto un anno fa.
Ma secondo fonti a lui vicine, Li sta comunque cercando anche di mantenere il controllo del Milan, a dispetto delle molte nubi: dal fallimento dell’azienda principale a lui riconducibile fino alle fresche indagini in Cina sul gruppo finanziario Huarong, che lo avrebbe sostenuto nella prima parte della sofferta e discussa transazione con Fininvest. Li non intenderebbe affatto passare la mano, né a Elliott, pronta alla successiva vendita a un altro fondo statunitense, né a un oligarca russo (Usmanov il nome più ricorrente), né al fondo arabo.
L’ancora misterioso uomo d’affari cinese avrebbe trovato le risorse sia per completare l’aumento di capitale da 39 milioni (di cui 11 milioni già versato ai primi del mese), sia per far fronte appunto alla scadenza di ottobre dei 303 milioni avuti in prestito da Elliott, che diventano oltre 370 tra spese e interessi. L’appuntamento più imminente, per l’Ad Fassone, resta però quello di stamattina a Nyon, dove si presenterà col Dg cinese Li Han. La commissione giudicante del Fpf comunicherà le sanzioni ufficiali sul settlement agreement, il patteggiamento, dopo la fine del campionato. Ipotesi: sanzione economica tra i 10 e i 20 milioni, limitazione della rosa nelle coppe, pieno equilibrio tra spese e introiti sul mercato".
(Fonte: Enrico Currò, Luca Pagni, la Repubblica 20/4/18)
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