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Repubblica – Milito, l’incidente che ha colpito il mondo del calcio…

Francesco Parrone

La notte in bianco, la gamba imprigionata da un tutore, l’operazione in arrivo (forse già oggi, al massimo entro lunedì), il pensiero che la stagione è andata e i compagni ora dovranno fare a meno di lui, l’incertezza sul futuro. E la...

La notte in bianco, la gamba imprigionata da un tutore, l’operazione in arrivo (forse già oggi, al massimo entro lunedì), il pensiero che la stagione è andata e i compagni ora dovranno fare a meno di lui, l’incertezza sul futuro. E la cognizione del dolore, e il buio che si spalanca davanti per i prossimi mesi: non meno di sei, nella più sensata delle ipotesi sette-otto prima di poter tornare in campo, poi chissà, e in quali condizioni. Però il tutto addolcito da una valanga di sms, telefonate, attestazioni di affetto da mezzo mondo, i diecimila messaggi arrivati a inter. it, le centinaia di migliaia di post e cinguettii sui social network. Diego Milito ha un che di principesco anche dopo le lacrime per quel ginocchio che si spacca sul prato di San Siro in una notte qualsiasi di Europa League, dopo un movimento banale, di quelli che se ne fanno cento a partita senza problemi, invece stavolta la gamba si pianta e addio legamenti, forse perché il fisico del Principe non era ancora in perfetto equilibrio biodinamico dopo un mese di assenza (era tornato a giocare solo domenica scorsa).

L’incidente ha colpito tutto il mondo del calcio, anche perché Milito è considerato un avversario leale e sportivo, benvoluto dai colleghi nonostante le valanghe di gol che ha infilato nella porta di chiunque, e infatti ieri gli sono arrivate decine di telefonate e sms da ogni parte del globo. Tra i primi a farsi vivo José Mourinho, cui Milito regalò 30 indimenticabili gol nella stagione del Triplete; ma anche ex compagni come Sneijder o club come Milan, Fiorentina e Genoa, per non dire dei giocatori interisti che giovedì notte erano sinceramente sconvolti, a cominciare dal gruppo argentino che all’Inter è notoriamente un blocco di granito, unitissimo, tra loro si considerano fratelli più che amici. «Un grandissimo dispiacere, una sberla spaventosa per tutti noi. Ma Milito ha carattere per tornare ad allenarsi e a giocare, e i compagni daranno qualcosa di più anche per lui», le parole di Moratti. Poi Milito ha ringraziato dal sito nerazzurro «soprattutto i tifosi nerazzurri, che in queste ore mi stanno facendo commuovere. Tutto questo affetto mi dà una carica incredibile e ce la metterò tutta per tornare il prima possibile in campo».

È stata una giornata da centinaia di telefonate intorno al mondo interista, perché già al mattino si sono scatenati gli operatori di mercato, offrendo (pare) anche centravanti sinceramente improponibili, gente già a fine carriera che si è fatta avanti promettendo di rimettersi in forma per il bene dell’Inter... È il risvolto bizzarro di una vicenda dolorosa per tutto l’ambiente, ma un attaccante ora servirebbe davvero perché in rosa sono rimasti solo Palacio, Cassano e Rocchi: pochissimi, per andare avanti fino a maggio. Moratti garantisce: «Escludo nella maniera più categorica che possa arrivare qualcuno», ma si sa che le parole le porta via il vento. Se ci sarà un’occasione, l’Inter la coglierà. Un nome è Van Nistelrooy, 36 anni, fermo da 8 mesi. Il ceko Baros si è invece svincolato dal Galatasaray dopo il 31 gennaio, quindi non in tempo utile. E poi, può l’Inter prendere un attaccante che di nome fa Milan?