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Dal punto di vista di un esteta, tra una bugia e una verità non c’è gara: molto meglio la bugia, che è rotonda e rassicurante,spesso edificante, mentre la verità è quasi sempre imperfetta, asimmetrica, quindi sgradevole. Massimo Moratti è con ogni evidenza un esteta, quindi negli ultimi dieci giorni non se l’era sentita di dire ad Andrea Stramaccioni che la fiducia nei suoi confronti era terminata e che all’Inter avrebbero cambiato allenatore, e che per giunta si sapeva già il nome del suo successore.
Così, mentre Strama riceveva ancora fino a sabato scorso alla Pinetina attestati di stima del suo presidente, la sgradevole verità era che Moratti in gran segreto, dopo un consulto risalente a una ventina di giorni fa con gli anziani dello spogliatoio (che hanno fatto pollice verso) e dopo aver tratto le sue conclusioni al termine di una serie infinita di sconfitte, si accordava a metà della scorsa settimana con Walter Mazzarri. Solo che Mazzarri (ahilui, non è ancora arrivato all’Inter ed è già al primo inciampo) si lasciava scappare la cosa, o in qualche modo la notizia trapelava dal suo euforico staff, e la faccenda finiva in piazza già prima di Inter-Udinese.
Non bene, ma ormai la frittata era fatta. Così Moratti ha perso in parte il controllo della situazione, o comunque non ha potuto dettare i tempi della vicenda: lui avrebbe voluto parlare a Stramaccioni in questi giorni, spiegargli tutto (non si poteva proprio ripartire a luglio con un allenatore che aveva perso così tante partite), rinnovargli i sensi della sua stima che è ancora sincera (ma non più totale), accompagnarlo dolcemente alla porta e infine preparare la successione con una certa calma. Invece gli avvenimenti sono precipitati, dell’imminente e inevitabile esonero di Strama si sono persuasi persino i suoi groupies e da lunedì tra il quasi ex allenatore e il presidente i rapporti si sono raffreddati: Stramaccioni ieri non è salito a Milano per incontrare Moratti e il colloquio occhi negli occhi, per ora surrogato da brevi contatti telefonici, è rinviato a stasera o a domani o boh.
Stramaccioni non è ancora ufficialmente esonerato ma è come se lo fosse, infatti oggi sarebbe strano se lo trovassimo ad Appiano a dirigere l’allenamento. Ieri Moratti è partito per un breve viaggio all’estero e ha mormorato poche cose, sempre con un’attenzione particolare all’estetica: «Non ho parlato con Stramaccioni né con altri. Sarà una lunga riflessione. Sto cercando di capire qual è il bene dell’Inter. Gli allenatori? Sono tutti bravi ma poi devono allenare l’Inter, che è una cosa diversa...». Intanto Mazzarri ha chiesto pochissimi rinforzi, un terzino destro (alla Maggio, o magari proprio lui) e un centrocampista. All’Inter non ci saranno ribaltoni nel settore medico, perché Franco Combi sarà confermato (Stramaccioni invece ne chiedeva l’allontanamento) e al massimo ci sarà un nuovo preparatore atletico.
Tutto potrebbe rimanere quasi immutato anche nei quadri dirigenziali, mentre la trattativa coi nuovi soci indonesiani fa registrare frenate e accelerazioni e ancora frenate, ma qualcosa potrebbe muoversi. Per il momento però si muoverà solo Andrea Stramaccioni, e verso l’uscita. Era dunque l’unico colpevole?
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