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Nell'edizione odierna il quotidiano La Repubblica analizza la prima parte del campionato, che ha visto un nutrito gruppo di squadre contendersi il primato e la lotta ancora apertissima per lo scudetto: "PODEMOS. Si può fare, si può sognare, tutto è lecito e lo è per molti, mica per pochissimi eletti. Non solo per la solita nota, che da quattro anni ostenta vezzosa e caparbia la fatale stoffa tricolore al centro del petto. Lei, la Juventus, ma anche le altre. Almeno altre quattro, o forse addirittura cinque, contando pure il Milan che in fondo è appena a -4 dalla quinta e a -8 dall’Inter. Tutte possono perché tutte, qui e ora, sono lì, impegnate in un inesorabile cheek to cheek di gruppo, ognuna coi suoi talenti e le sue pene, ognuna imperfetta e perfettibile, ma anche peggiorabile. Le prime cinque in quattro punti dopo 17 giornate, mai successo. E’ il campionato più equilibrato, livellato verso l’alto o verso il basso che dir si voglia, nella storia della serie A con la vittoria che vale tre punti, ossia dal 1994.
Un sabba di questo genere ricorda quello della stagione 1999-2000, quando le prime cinque erano chiuse in cinque punti alla diciassettesima: Juventus 36, Lazio 35, Parma e Roma 32, Milan 31, poi tutto terminò in volata tra Lazio e Juve, infine decisero all’ultima giornata Calori, la pioggia catartica di Perugia e Collina che ne attese la fine, così a Roma iniziarono a festeggiare. Ma le cinque in 4 punti di oggi sono un inedito, un primato, e raccontano alla perfezione questo strano e indecifrabile campionato, che ha avuto tre capoliste diverse (Inter, Fiorentina e Napoli), una grande in apparenza decaduta ma che ormai è tornata sotto con 7 vittorie in fila (Juventus), e la Roma che tutti danno sempre sull’orlo del baratro eppure è lì, con un allenatore sfiduciato ma è lì, nell’ultimo vagone del trenino ma è lì, agganciata. Cinque, e tutte diverse tra loro. L’Inter dei muscoli ma anche del talento e della formazione-tipo che non c’è e mai ci sarà, coi suoi entusiasmi improvvisi quanto le sue cadute,i suoi nervi sempre sotto pelle: l’altra sera c’è stato marasma nell’intervallo e alla fine di Inter-Lazio, sono volati paroloni tra Mancini e Jovetic e da lì lo spogliatoio si è trasformato in un rodeo, le vacanze annacqueranno, ma è la spia dell’inquietudine di chi ha da poco conquistato un ruolo e trema al pensiero di tornare nell’anonimato. Poi c’è il Napoli di Sarri che non era da Napoli (copyright Maradona) e invece lo era eccome, il Napoli che gioca bello e ha il più bravo di tutti in assoluto: Higuain segna sempre e segna gol decisivi, come i veri fuoriclasse.
E la Fiorentina sbocciata come una rosellina di maggio sotto Paulo Sousa, la Viola che è la più quadrata e solida, che ha il giovane talento italiano più nitido (Bernardeschi) e un centravanti che ha iniziato a sentenziare quando nessuno ancora lo conosceva (Kalinic) e sentenzia anche ora che tutti lo conoscono, fa lo stesso. La Juventus che per tutti è la più forte, e ora che ha inquadrato Dybala e Mandzukic lo è ancora di più, e se avesse un Khedira sempre sano lo sarebbe del tutto. Infine la Roma, squassata e tormentata, troppo cedevole in difesa ma gonfia di qualità offensive, e quelle contano sempre. Tutte possono sognare, ma tutte devono migliorare. Persino il Milan, pensa te. Ci divertiremo di sicuro".
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