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Pare proprio che la pazienza di Moratti, ancora una volta, sia in via di esaurimento. Lo sconvolgente primo tempo contro il Bologna, più ancora della sconfitta finale, ha lasciato il segno: ieri il presidente ha duramente redarguito tutti, dall’allenatore allo staff dirigenziale e medico. E ora anche nelle uscite ufficiali del presidente (nelle ultime settimane le riflessioni erano rimaste private) si avverte che qualcosa, o molto, intorno a Stramaccioni comincia a scricchiolare: «È stato un vero collasso - il commento del presidente - specialmente nel primo tempo. Certe partite magari le riacciuffi ma è grave buttare via un tempo.
C’è grossa delusione e arrabbiatura, poi bisogna anche essere freddi nel valutare la cosa e cercare di ricostruire morale efisico. Ma davvero non so perché la squadra si svegli solo dopo aver preso gol, forse c’è un po’ di timore. Può essere un problema di preparazione delle gare o psicologico». A chi gli chiede del futuro, Moratti risponde: «Branca ha detto che lui e Stramaccioni ci saranno ancora ma che deciderà il presidente? Sono d’accordo, decido io... Si ragiona per vedere cosa succede ogni giorno: per conto mio se tutto rimane così, ma con risultati diversi, mi va bene».
E Stramaccioni guarda il calendario: «L'arrabbiatura di Moratti è la nostra. È un problema di testa, di concentrazione: lo dimostra la differenza tra i primi e i secondi tempi. Ma ora abbiamo un minicampionato davanti: 10 partite e 30 punti a disposizione». Se i risultati non cambiano, si va verso nuovi ribaltoni a fine stagione (Mazzarri? Simeone? Baggio?) o addirittura in corso d’opera (Figo? Zanetti?), se ad esempio contro Samp e Juve arrivassero altri rovesci. Intanto l’Inter da anni vive un’emergenza infortuni che ha fatto cadere più di un allenatore, ma nessuno in apparenza provvede mai, perché metodi di lavoro e personale incaricato rimangono gli stessi. Domenica potrebbe tornare tra i convocati Samuel: manca da oltre due mesi, cioè da quando l’Inter ha iniziato a inabissarsi.
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