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A Roma l'eccitazione per l'arrivo di José Mourinho dalla prossima stagione è enorme e smodata. L'ambiente sta vivendo un momento di grande speranza per il futuro e per le sorti della squadra giallorossa. Repubblica ha rispolverato un breve estratto del libro di Javier Zanetti, nel quale si parla di come José Mourinho entri nelle teste e nei cuori dei giocatori. "Una cosa che mi ha sempre colpito è sentire parlare i calciatori che via via hanno lavorato con Mou. Ne parlano come di un "secondo padre": che poi è esattamente il suo obiettivo. Mou si " traveste" da secondo padre per ottenere la fiducia dei suoi uomini. Ed ecco spiegati i suoi comportamenti insieme protettivi e duri. La sua alternanza di carota e bastone. I suoi metodi li avevo visti all’opera in diretta, avevo assistito alla magia di questo signore che un giorno d’estate era entrato nelle nostre vite, nel nostro spogliatoio, e ci aveva rapito tutti. Dopo un paio di mesi avrebbe potuto chiederci qualsiasi cosa. L’avremmo fatta. Tornando a Mourinho, ricordo perfettamente come, una volta impossessatosi delle chiavi delle nostre teste, fosse capace di farci vivere in uno stato di mobilitazione permanente. Ci sentivamo ogni giorno come se dalle nostre prossime mosse dipendesse l’esito di una guerra. Anche perché lui stesso dava il massimo", scrive l'attuale vice presidente dell'Inter.
"Rispetto ad altri allenatori, Mou non è ossessionato tanto dal controllo del pallone quanto dal controllo della partita e della propria lucidità. Quello a cui lui punta, in ultima analisi, è a far sì che in qualunque momento della partita si trovi, il calciatore, e l’uomo che c’è in lui, sia sempre vigile, motivato e preparato. E se tu non sei mentalmente pronto, lucido, reattivo, rimani sotto le macerie", si legge nel libro di Javier Zanetti ("Vincere ma non solo"). E a Roma già sognano la rivoluzione.
(Repubblica)
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