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Repubblica – Sos Thohir. Da Vucinic a Hernanes il mercato è un’urgenza…

Walter Mazzarri non parla mai di calciomercato in pubblico, ma in privato eccome se lo fa. Così, vedendo che gli eventi stanno prendendo una piega orripilante e che la stagione dell’Inter potrebbe virare verso il disastro, ha puntato in terra...

Francesco Parrone

Walter Mazzarri non parla mai di calciomercato in pubblico, ma in privato eccome se lo fa. Così, vedendo che gli eventi stanno prendendo una piega orripilante e che la stagione dell’Inter potrebbe virare verso il disastro, ha puntato in terra le sue poderose estremità e ha chiesto rinforzi immediati. Almeno tre, uno per reparto: gli servono D’Ambrosio, Hernanes e Vucinic (oppure Osvaldo) per salvare l’annata, ha detto. E mentre Erick Thohir presiedeva una riunione di quasi otto ore, pausa pranzo compresa, con quasi tutti i membri del Cda interista per stabilire strategie societarie future, il dt Branca ha quasi concretizzato con Urbano Cairo la trattativa per Danilo D’Ambrosio, 25 anni, esterno difensivo del Torino con un passato al Potenza e alla Juve Stabia, attualmente fuori rosa perché si è rifiutato di prolungare il suo contratto.

Proprio per questo colpiscono i termini dell’accordo col Toro: per un giocatore in scadenza fra sei mesi, con nessuna presenza in Nazionale, l’Inter pagherà 1,5 milioni più la metà del promettente Benassi (19 anni, centrocampista, ora in prestito al Livorno) più la metà di Matteo Colombi (19 anni, attaccante della Primavera). In tempi di spending review, ma anche in tempi meno difficili, non sembra esattamente un affare ma tant’è, l’Inter procede così. Sempre che Thohir non blocchi pure questa operazione, anche se neppure lui vuole farsi subito la fama del digrignante signor No dopo la vicenda Vucinic-Guarin. Per le follie del calciomercato, tra l’altro, lo scambio che non s’ebbe da fare rimane ancora sostanzialmente possibile. I venti dei buoni sentimenti e degli interessi coincidenti spingono Thohir e Andrea Agnelli uno verso l’altro, e a quel punto tante cose potrebbero accadere, nonostante sia la settimana di Juventus-Inter. L’incontro tra i due presidenti è dato per certo, imminente, già concordato, in località segretissima e magari né a Torino né a Milano ma in campo neutro. In fondo, alla Juve Guarin interessa sempre, e Vucinic idem all’Inter

Potrebbero cambiare le contropartite tecniche ed economiche, chissà. Ma almeno un’offerta sicura e ufficiosa per Guarin l’Inter l’ha ricevuta, e dal Galatasaray (ieri): 9 milioni e non di più per avere il colombiano, che non avrà estimatori all’Inter ma ne ha in Mancini, oltre che in Mourinho e Conte, quindi magari in lui c’è del buono che alla Pinetina non è emerso. Con in tasca l’offerta dei turchi l’Inter sembra avere margini di trattativa più ampi con la Juventus, che tratta Quagliarellacon la Samp e valuta Vucinic una decina di milioni per via della sua iscrizione a bilancio intorno a quella cifra (anche se fu acquistato per 15 milioni nel 2011, ingaggio quadriennale). Quindi in teoria lo scambio resterebbe impossibile, a meno di un patto tra i due presidenti. Viceversa, cedendo Guarin al Gala, l’Inter potrebbe prendere Vucinic in prestito oneroso (2 milioni) con obbligo di riscatto (altri 7). A meno di virare sull’incorreggibile Osvaldo, che pochi giorni fa ha stampato un occhio nero sul viso di un compagno e non è più molto popolare a Southampton: rimane una pista difficile, inoltre Osvaldo guadagna moltissimo. 

Resta ignota la strada per arrivare a Hernanes, che Lotito stravaluta: 20 milioni. Potrebbe passare attraverso la cessione di Ranocchia (ma il Borussia Dortmund si sta defilando) e un pagamento dilazionato, ma sarebbe una di quelle strategie che hanno portato l’Inter alle voragini in bilancio. Proprio di numeri, più negativi che positivi, ha parlato ieri Thohir nella riunione operativa in sede. Incombono cambiamenti in società, nuove strategie per il marchio, aperture ai mercati asiatici. Ma anche puntelli a una squadra che sprofonda lentamente. Solo che di denari in cassa non ce ne sono e intanto la popolarità di Erick Thohir in Italia precipita, tra sberleffi o austeri rimbrotti, ma intanto precipita. D’accordo che una risata ci seppellirà tutti, ma in Indonesia Bakunin non lo conoscono, anzi lo trovano antipatico.