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La presenza di Erick Thohir al derby di Milano ha destato grande curiosità negli addetti ai lavori, tra questi anche La Repubblica: «Certo è che il mondo visto dalla tribuna deve apparire strano a Thohir, piombato nella sua parte più bizzarra: l’Italia. Il pacco, anzitutto, visto da lassù. Tu guardi questa partita per 85 minuti e pensi di aver comprato un pacco vuoto. Anzi, con dentro Mazzarri che annaspa nel vuoto. Inizia con i nonni tangueri (Zanetti e Cambiasso), finisce con i nipotini gitani (Kovacic e Kuzmanovic), ma la musica non cambia. Soprattutto perché là davanti non c’è niente, nessuno. Palacio ha segnato fin lì 9 gol, ma è una seconda punta, crea spazi ma non ci si infila, ha classe ma non ha peso. Che mai può fare in una sera come questa? Calma, Thohir, non disperare. È una vita che Palacio attendeva l’Inter. Da quando, tre estati fa, il povero Gasperini lo voleva per salvarsi il destino e l’uomo mercato del Genoa passava i pomeriggi invano a Milano. È arrivato in ritardo, Palacio. Poi si è infortunato. Adesso è a posto, è forte, ha coraggio (basti guardare l’acconciatura) e stile (basti non guardare l’acconciatura). Resta il fatto che là davanti è solo. Milito è rotto, Icardi si è cotto: non è che uno può tornare dopo una notte forza 15 con Wanda Nara e partire titolare. Palacio è solo, ma Mazzarri è uomo e allenatore di fede: monoteista e missionario. Crede nella punta unica e nella conversione del secondo attaccante in primo e assoluto. Ieri è riuscito con Cavani, perché non con Palacio? Guarda, Thohir, l’unica palla notevole che arriva in mezzo, guarda come se la gioca. Tradizione argentina, passo di tango, eredità di Crespo: tutto in un tocco. Ci sarebbe da alzarsi in piedi e applaudire per rispetto, ma Thohir non può farlo: la sua visuale è coperta, il suo orizzonte raddoppiato. Davanti a lui è scattata l’ex velina Elisabetta Canalis, che balla come ancora strisciasse la notizia. L’indonesiano impassibile con famiglia al seguito disgiunge le mani, batte le palpebre e nulla lascia trasparire. Ma deve sembrargli assurdo il nostro pianeta Italia, visto da quella tribuna».
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