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Parigi val bene una ressa di avvocati, consulenti, commercialisti, miliardari indonesiani, petrolieri italiani. Dopo l’ultimo tango ballato negli uffici della Lazard cadono i veli, in coda a quasi cinque mesi di trattative serrate: Massimo Moratti sta per cedere l’Inter a Erick Thohir, suvvia. Gli accordi sono sostanzialmente pronti, ne è stato siglato uno preliminare e propedeutico a quello finale, mancano insomma dettagli e firme in calce ma il più è fatto, e sarà ufficiale nelle prossimesettimane. Rientrando da Parigi nel pomeriggio, Moratti in qualche modo, cioè in morattese, fa capire che ormai ci siamo, ancora no però ci siamo: «Non abbiamo ancora raggiunto l’accordo, ma non ci sono problemi da risolvere. È stato un incontro per conoscerci meglio e per conoscere le persone che potrebbero entrare con Thohir nell’eventuale accordo. Non c’è un problema di ruoli, semplicemente sono trattative complesse in cui un piccolo incaglio può far saltare tutto, ma ci sono stati passi in avanti dal punto di vista umano e per me quella parte è molto importante. Se tutto va bene, chiuderemo tra un mese. Se rimarrò presidente? Non ci ho ancora pensato ma no, non credo».
Massimo Moratti sarà presidente onorario: le deleghe operative passeranno agli uomini del nuovo azionista di controllo. Il passaggio epocale ormai è pronto e un indonesiano sta per diventare proprietario dell’Inter, primo asiatico nella storia a impadronirsi di un club italiano. Thohir salirà al 70% della società, anche se sarà supportato da almeno due partner indonesiani, perché laggiù gli imprenditori amano gestire in cordata le aziende: si tratta di Rosan Roeslani, esperto di ristrutturazioni finanziarie, e Handy Soetedjo, già partner di Thohir nei Philadelphia 76ers, ma sarebbe coinvolta anche la famiglia Bakrie, molto legata ai Thohir e con un suo rampollo impegnata nella campagna elettorale presidenziale in Indonesia (si vota nel 2014).
Il restante 30% andrà alla famiglia Moratti, con una quota minore che rimane a Marco Tronchetti Provera. L'operazione avviene tramite un aumento di capitale riservato al miliardario indonesiano. L’Inter è stata valutata, come dicono iconsulenti finanziari, 400 milioni di enterprise value, valore di impresa. Questo significa che è stato riconosciuto un valore complessivo della società (marchio, proprietà, sede e altre voci) in cui sono compresi anche i debiti, che si aggirano sui 150 milioni. La presenza della famiglia Moratti in consiglio di amministrazione viene garantita ben al di là delle quote societarie possedute: tre posti sui sette totali. La trattativa si è allungata perché Moratti ha preteso che Thohir si impegnasse per iscritto a mantenere per i prossimi tre anni lo stesso flusso di investimenti offerto dall’attuale presidente negli ultimi tre anni.
Inoltre, Thohir ha dovuto garantire personalmente per i debiti Il primo patron della società, esattamente come ha sempre fatto Moratti, che ha strappato un’altra clausola cui teneva molto: i tre membri in cda avranno potere di veto sulle operazioni onerose, quelle oltre una certa cifra, che senza il loro assenso non possono essere approvate.
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