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La storia inizia trentatré anni e ventidue giorni fa, 8 novembre 1981. Roberto Mancini deve ancora compiere 17 anni ma ha già la sfrontatezza tecnica per colpire al volo in corsa, e in area, a scavalcare beffardo Tancredi. Un gol bambino sotto la curva Nord dell’Olimpico, eppure già c’è tutto il Mancini che verrà, anche se poi Roma-Bologna finirà 3-1. Il Mancio e la Roma iniziano a incrociarsi all’epoca e non hanno più smesso, passando attraverso un paio di finali di Coppa Italia vinte dalla Roma sulla Samp e una Supercoppa del 1991 decisa da un gol del Mancio: «Mai nutrito sentimenti particolari contro la Roma anche se ho giocato nella Lazio, e in tanti derby…». E che derby, alla fine degli anni Novanta, quando lui approdò alla Lazio voluto da Eriksson, e nei primi tempi gli ultrà vissero il suo arrivo come un sopruso nei confronti dell’idolo Beppe Signori arrivando a rigargli la macchina, mandati da chissà chi, o forse si intuiva benissimo. Ricordi poi sbiaditi, anzi cancellati dall’epopea che ne seguì, con la Lazio del Mancio e di Sven che vinse tutto, scudetto e coppe compresi, e non parliamo dei quattro derby vinti in fila contro Zeman nella stagione ‘97-’98, o dei suoi gol memorabili, di cui uno di tacco esattamente 16 anni fa (29 novembre 1998) nel giorno in cui Totti segnò per la prima volta alla Lazio, fissando il 3-3 finale. Totti il grande avversario, cui ieri il Mancio rende i dovuti onori: «Un fuoriclasse del calcio mondiale, tra i migliori. Un po’ mi somiglia: ha sposato la causa di una città vincendo meno di quanto potesse, ma sono soddisfazioni anche queste».
Poi c’è il Mancini allenatore che proprio contro la Roma di Capello, che si accingeva a vincere lo scudetto, trova la prima vittoria in un Fiorentina-Roma del 9 aprile 2001. E infine gli infernali scontri con la Roma nel quadriennio da tecnico interista, tra il 2004 e il 2008: 17 confronti, 8 vittorie dell’Inter e 4 romaniste. Ma con l’Inter sempre avanti in campionato, anzi nei tre scudetti vinti da Mancini (di cui uno a tavolino) è sempre la Roma di Spalletti ad arrivare seconda e a raccogliere le briciole: vince la Coppa Italia due volte in finale contro l’Inter (2007 e 2008) ma dopo averne perdute due sempre contro Mancini (2005 e 2006) cui cede anche le Supercoppe italiane 2006 e 2007, spesso con enorme dolore come nel 2006, quando non le basta vincere 3-0 dopo 34 minuti perché poi finisce 4-3 per l’Inter. Sullo sfondo, si staglia sempre il ghigno del Mancio, che contro la Roma trova sempre, in qualche modo, la strada giusta. Dicono che sia piuttosto convinto di potercela fare anche stasera, anche se nelle dichiarazioni della vigilia è stato cauto. Non troppo, però: «La Roma può vincere lo scudetto, certo. Ma noi siamo l’Inter». E lui è Mancini, che da 33 anni combina scherzetti alla Roma, ma sempre con estrema eleganza.
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