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Repubblica – Un tifoso sente Mancini e pensa: “C’è vita su Marte”. Ci si aspetta miracoli

Eva A. Provenzano

E’ il derby di Mancini. La Repubblica non ha dubbi: “Comunque vada, sarà stato il derby del Mancio. Del suo ritorno in Italia e a San Siro, del suo impatto sensazionale sulla squadra o della sua impotenza nel risollevarla, di...

E' il derby di Mancini. La Repubblica non ha dubbi: "Comunque vada, sarà stato il derby del Mancio. Del suo ritorno in Italia e a San Siro, del suo impatto sensazionale sulla squadra o della sua impotenza nel risollevarla, di questo suo strano esordio alla guida dell’Inter anche se è alla panchina numero 227 in nerazzurro". Lo hanno presentato con la maglia numero 226 perché erano le sue panchine già collezionate in 4 anni alla Pinetina. "Torna ammantato di una luce che stinge nell’esotico, un po’ come doveva sembrare Marco Polo ai veneziani quando tornò dall’Oriente, e sa che si attendono da lui miracoli o giochi di prestigio e illusionismi vari: è lo sciamano cui affidare la speranza di rivivere i bei tempi andati", scrive Andrea Sorrentino. E quella frase del tecnico jesino: "Mi deprime un po' pensare al terzo posto" ha risollevato gli umori della gente interista: frase perfetta perché sincerissima perché Mancio lo pensa davvero ma allo stesso tempo serve per rigenerare i cuori appassiti dopo giorni e giorni di tempesta. "Allora c’è speranza, c’è vita su Marte, pensa il tifoso, e si rincuora, ricomincia a credere in qualcosa". Non ha messo le mani avanti l'allenatore interista ma ha cercato di far capire, sempre tenendo conto che la partita contro il Milan sveglia tutta una serie di sensazioni positive che possono far succedere miracoli, che in pochi giorni di allenamento non si cambia interamente il modo di giocare di una squadra. Ma è a a quello che punta perché vuole fare in modo che l'Inter torni a divertire. Ripartirà dalla difesa a quattro, da Guarin e da Kovacic uomo-chiave del suo gioco. "Il ventenne croato potrebbe non essere il rifinitore nel rombo ma partire da esterno sinistro in un 4-4-2 più cauto e logico: la difesa con Nagatomo e Dodò esterni non sembra il massimo dell’impenetrabilità".

Mancini sa che adesso è visto come il salvatore della patria, ma che se tra qualche mese le cose non dovessero andar bene "lo tratteranno come il marziano a Roma di Flaiano. È la vita. Ma adesso ridategli il campo, e la serie A: la aspetta da sei anni e non gli interessa altro".