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Repubblica – Zanetti, addio San Siro dopo vent’anni. Curva chiusa e Mazzarri…

Francesco Parrone

OLTRE 65.000 biglietti venduti, San Siro verso il tutto esaurito; tifosi che vogliono partecipare alla festa dopo il 90° più che vedere la partita con la Lazio (sarà aperto anche il terzo anello rosso, ormai quasi sempre chiuso). I social...

OLTRE 65.000 biglietti venduti, San Siro verso il tutto esaurito; tifosi che vogliono partecipare alla festa dopo il 90° più che vedere la partita con la Lazio (sarà aperto anche il terzo anello rosso, ormai quasi sempre chiuso). I social network dell’Inter presi d’assalto per salutare il capitano e giornalisti in arrivo da tutto il mondo, in particolare dalla “sua” Argentina. Tutti ad aspettare l’ingresso in campo di Javier Zanetti alla sua ultima volta da calciatore a San Siro, a quasi 41 anni dopo 856 apparizioni in nerazzurro. «Commuove pensare che non lo vedremo più in allenamento o in campo – spiega Mazzarri – è un evento che non riguarda solo l’Inter ma tutto il calcio mondiale». Sarà l’ultima partita in casa del giocatore di movimento con più presenze nella storia di questo sport (1112). Davanti a Zanetti ci sono solo tre portieri: Shilton, Rogerio Ceni e Clemence.

L’argentino dovrebbe partire in panchina ed entrare nel corso del secondo tempo: «Zanetti sa tutto ed è sempre in grande sintonia con me», dice Mazzarri criticato dai tifosi per la scelta di non concedere alla bandiera dell’ultimo ventennio neanche un minuto nel derby. Anche Sergio, fratello del numero 4, ha confessato la sua amarezza: «Avrebbe potuto giocare tranquillamente – racconta a Radio Sportiva – anche solo per riconoscenza nei confronti di quello che ha dato all’Inter». Questa sera il “Tractor” avrà a disposizione qualche minuto per mostrare a San Siro le sue ultime discese sulla fascia. L’unico spicchio vuoto sarà quello degli ultrà, chiuso per i cori anti-napoletani intonati durante la partita contro la squadra di Benitez. Ieri la Corte di giustizia federale ha confermato le prime due giornate di squalifica, mentre ha sospeso la terza causata dai “buu” a Balotelli nel derby, disponendo nuovi accertamenti. Decisivo il rapporto di uno dei tre ispettori Figc che ha sostenuto di non aver sentito gli ululati. Accolto anche un argomento dei legali nerazzurri che hanno criticato la mancanza di prove sull’identificazione tra i tifosi in curva nella stracittadina in trasferta e gli occupanti dello stesso settore nelle gare casalinghe.

La situazione di classifica però non permette di dedicare la serata solo al saluto di Zanetti. L’Inter deve riscattarsi dopo il mestissimo ko col Milan, seguito dalle proteste dei tifosi che hanno lanciato su Twitter la campagna “Mazzarri vattene”: «La sconfitta nel derby è solo colpa mia – commenta il tecnico – non mi sono mai sottratto alle responsabilità. I tifosi hanno sempre ragione. Io sono il parafulmine. Ma la società va oltre l'emotività del momento. Si deve scindere la rabbia dalla logica, costruire anche sulle partite sbagliate. Chi valuta un allenatore sa come stanno le cose». Thohir vuole concedere al tecnico l’opportunità di un progetto a lunga scadenza, anche di fronte a una mancata qualificazione all’Europa League. Ma nessuno vuole sperimentare le conseguenze di un harakiri negli ultimi 180 minuti, evento che potrebbe incrinare le attuali certezze. L’Inter deve rialzarsi subito per regalare a capitan Zanetti una festa perfetta.