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Ripartenza Inter: pallone e test atletici in quota con l’aiuto del drone

L’Inter sta lavorando in quel di Brunico dove, l’attrezzo più usato è il pallone che a differenza degli anni passati è tornato il vero protagonista del ritiro. Esempio lampante? quando la squadra scende in campo c’è un minimo di...

Riccardo Fusato

L’Inter sta lavorando in quel di Brunico dove, l’attrezzo più usato è il pallone che a differenza degli anni passati è tornato il vero protagonista del ritiro. Esempio lampante? quando la squadra scende in campo c’è un minimo di riscaldamento, corse leggere, ripetute e scatti ma dopo 10’ entra di scena il pallone: palleggi a due tocchi e poi partitella. Giocare è meglio, questa è la filosofia portata avanti dal professor Ivan Carminati con Mancini e assieme agli altri due preparatori atletici Andrea Scanavino e Max Marchesi. Lo scopo? Cercare di essere da subito brillanti per l’inizio del campionato per una partenza scattante. I nerazzurri, in sostanza cercano  la condizione psico-fisica ottimale in coincidenza con l’inizio della A. Così: molto spazio alla palla e un giorno solo dedicato alla corsa. Niente salite (come una volta): corsa piana, sul campo e attorno. Ma tutto viene bilanciato col pallone, l’onnipresente: si gioca a calcio, del resto. Il tutto assieme ai test fatti a Brunico a  a quasi 1000 metri: test di soglia al tapis-roulant e test intermittente sul campo con recupero variabile. Poi, sono stati incrociati i dati per distribuire il lavoro che inizialmente è stato adattato perché quelli impegnati nella nazionali sono giunti dopo. Viene usato il Gps per rilevare i dati di ogni singolo giocatore: non devi fermarti per registrare, fa tutto il Gps che porti addosso mentre tu giochi. Tutto è fatto in funzione dell’attrezzo sovrano: la palla appunto.  Pallone, tattica, corsa leggera senza assilli: il calcio è un gioco, Mancio lo sa prima di tutti. A tal punto che da ieri riprende tutto con il drone: vista dall’alto per puntare in alto.