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Ieri, a Napoli, si è tornati in aula. Il lungo e interminabile processo di Calciopoli (siamo al secondo grado) ha ripreso vita. Ieri è stata la volta delle dichiarazioni spontanee dell'ex designatore arbitrale, Pierluigi Pairetto, che ha tentato di spiegare i rapporti tra designatori e dirigenti (allora consentiti): "Erano persone con le quali colloquiavamo regolarmente. Era la stessa federazione ad invitarci ad avere questi contatti per smorzare i toni e stemperare gli animi. Tutti ci davano consigli. Facchetti disse a Bergamo di inserire tre nomi in un sorteggio in vista di Juve-Inter, ma questo perche' aveva solo la volonta' di avere il miglior arbitro in quel momento. Non vi era nulla di anormale o drammatico. La Federazione non vietava di avere rapporti con i dirigenti allo scopo di smorzare le tensioni". Sui sorteggi ha dichiarato che era impossibile truccarli. Le palline erano sì danneggiate, ma tutte in egual modo. Anche sulle sim straniere negazione totale: "Da Moggi non ho mai ricevuto schede telefoniche straniere". In aula erano presenti anche Luciano Moggi, l'ex-designatore Paolo Bergamo, gli ex arbitri De Sanctis e Bertini. La prossima udienza è in programma per il 15 ottobre. Ci sarà spazio per la dichiarazione spontanea di Della Valle, per l'intervento del giudice relatore e per la requisitoria del procuratore generale.
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