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La ripresa degli allenamenti (e del campionato) in serie A è ancora in balia di dubbi e interrogativi. Scrive Fulvio Bianchi di Repubblica a questo proposito: "Ci sono molti club di serie A che contestano il nuovo dpcm del governo: "Perché la Pellegrini si può allenare da sola in piscina e un calciatore non può farlo, da solo, nel suo ritiro? Non può certo andare a correre in un parco pubblico". Molti giocatori sono fermi dal 9 marzo, in che condizione sarebbero il 18 maggio?". Il protocollo studiato e proposto dalla commissione medica della Figc è stato considerato insufficiente dal comitato tecnico scientifico. Ma anche i medici dei club avevano espresso numerosi dubbi a riguardo.
Le posizioni dei club: "Tutto da rifare, insomma. Certi dubbi sarà difficile cancellarli: alcuni club sono contrari al "ritiro chiuso", fra questi anche l'Inter (Antonio Conte non ne vuole sapere). Ma come si fa a mandare a casa ogni giorno calciatori, allenatori, massaggatori, cuochi? L'ideale sarebbe tenerli blindati un mese a Trigoria o ad Appiano Gentile: ma sarebbe possibile? E poi chi si prende la responsabilità penale in caso di un giocatore positivo? Lo si mette in quarantena di nascosto? Non tutti i positivi, negli ultimi tempi, sono venuti a galla. Qualche club ha preferito gestire il caso in silenzio. Resta ancora in sospeso inoltre il problema dei contratti in scadenza il 30 giugno? Che fare? E poi, fra i club perplessi, o contrari alla ripartenza, ci sono anche quelli che temono di essere coinvolti nella zona retrocessione (per chiudere la stagione mancano, anzi mancherebbero..., 124 partite, non poche). Altri, che non hanno ambizioni e nemmeno rischi, preferirebbero risparmiare quattro mesi di stipendi dei loro giocatori".
(Repubblica)
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