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Martina Riva, assessore allo Sport e Turismo del comune di Milano, ha parlato a La Gazzetta dello Sport del derby:
«Sono assessore da metà ottobre, ho già visto i derby di hockey e volley e ora c’è il calcio. Voglio essere presente in tutti gli sport. Papà ci ha portati allo stadio da piccoli e dal 2008 a vedere l’Olimpia di basket. Da quando c’è Armani. Io ho continuato da sola ad andare allo stadio. Pure con qualche fidanzato. Ma con mia mamma ero a San Siro nel 2007 per quel Milan-Manchester. Ricordo tanto Kakà. Che fu gran protagonista. Ma anche Inzaghi che davanti alla porta ti buttava la palla dentro. La finalizzazione decisiva che è anche la mia idea, il mio sogno».
Da ragazzina aveva una preferenza?
«Kakà. Chi si dimentica dei gol all’Old Trafford. Poi l’eleganza di Nesta. Ma ho sempre apprezzato Paolo Maldini, capitano dalla fine dell’asilo ai primi anni del liceo Per la leadership, l’appartenenza. Concetti che si prestano pure alla politica. Non l’ho mai conosciuto, ma ha un ruolo fondamentale nel Milan che si basa su giovani e sostenibilità economica. Bravi lui e Massara».
Oggi il Milan è primo in classifica. Chi le piace?
«Tonali. Che in campo dà sempre l’anima ed è uno che ha fatto la gavetta nel Brescia. Io, come lui, l’ho fatta nel Municipio 7. Bisogna saper prendere al meglio le occasioni».
Capitolo Ibra: come vi schierate in casa?
«Non saprei dire cosa ne pensa papà. Per me, insieme a Kjaer, è una colonna portante. Ci mette il cuore. Mentre Pioli ha ridato un’anima alla squadra».
Chi sono gli storici idoli interisti di suo papà?
«Zanetti e Milito. Oltre a Mourinho, mito assoluto. Una volta è finito anche in prima pagina sulla Gazzetta esultante a bocca aperta. Papà a ogni compleanno riceve in regalo una maglia dell’Inter. È tifosissimo. Una volta quando il Milan vinse il derby 6-0 gli dissi a un certo punto: “È rigore”. Ero bimba. E lui: “Ma taci che siamo a centrocampo”».
Mi faccia passare un attimo al basket: un cestista del cuore?
«Joseph Blair. Portava tanta atmosfera. Ricordo il coro «Vola Blair».
Assessora Riva, lei ha praticato qualche sport?
«Con quelli con la palla non ero tanto a mio agio. Ho fatto quelli legati alla montagna, ginnastica artistica e nuoto Mi piacevano Pellegrini e Magnini».
Ora deve organizzare lo sport. Nel quinquennio in cui è nella giunta milanese c’è tanto: innanzitutto l’Olimpiade Milano-Cortina del 2026.
«Vorrei che lasciasse una cultura sportiva legata al territorio. Sarà l’Olimpiade che si adatterà all’Italia, non viceversa. Sostenibilità e legame con il territorio sono due dei 5 pilastri del progetto, ci crediamo davvero. I centri come Palaitalia e PalaSharp non sono stati pensati ad hoc per l’Olimpiade, e dal giorno dopo la loro fine saranno fruibili per la città. Non ci saranno cattedrali nel deserto. Stessa cosa il villaggio olimpico: sarà una residenza per studenti».
Dall’Olimpiade al nuovo stadio: Inter e Milan sono d’accordo. Come si immagina il quartiere di San Siro tra 10 anni?
«Riqualificato, rivitalizzato, un distretto al servizio della città. Lo stadio è solo il 12% del progetto di riqualificazione. È una partita che gioca sostanzialmente l’urbanistica. Giusto ascoltare gli interlocutori del mondo del calcio. Inter e Milan hanno ragione a pensare a uno stadio sul livello di quelli europei. Io sono romantica e da tifosa milanese sono legata a San Siro».
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