Due dei giocatori più simbolici e importanti che l'intero movimento calcistico italiano abbia mai avuto. Due autentiche bandiere, rappresentanti di due mondi rivali, ma accomunati da classe, eleganza e fedeltà. L'unica pecca, per Sandro Mazzola e Gianni Rivera, è essere stati stelle e aver dominato il calcio tricolore nella stessa epoca. Uno con i colori dell'Inter nel cuore, l'altro con quelli del Milan cuciti sulla pelle. Rivali rispettosi e vessilli di un calcio che ormai sembra dissolto dal passare del tempo. La contemporaneità del loro brillare ha dato vita a uno dei tormentoni più dibattuti della storia della nostra Nazionale: la fatidica staffetta del Mondiale di Messico '70. In tanti l'hanno sempre etichettata come "assurda e "inutile", convinti che i due potessero tranquillamente giocare insieme senza per questo sbilanciare troppo la squadra. Gianni Rivera, intervistato da TMW Radio, è tornato a parlarne, confermando che a suo parere la convivenza in campo tra lui e Sandrino non era poi un'ipotesi tanto fantasiosa: "Mazzola? È l'avversario principale che avevo. Al di là dell'assurda staffetta che poi ha anche funzionato, abbiamo sempre giocato. Era assurda, potevamo giocare insieme, sono d'accordo col parere di Platini. I compagni di squadra? Io dovevo pensare, gli altri correre, ma dovevano pensare anche loro sennò era una tragedia".
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Rivera: “La staffetta con Mazzola? Assurda. Platini ha ragione, insieme potevamo…”
L'ex bandiera milanista è tornato a parlare della mitica staffetta con Mazzola ai Mondiali del 1970 in Messico
(Fonte: TMW Radio)
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