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Rocchi: “Vi spiego il mio ruolo. Var? Ecco quando dovrebbe intervenire. Vorrei che…”

Getty Images

L'ex arbitro fa chiarezza

Fabio Alampi

Il nome di Gialuca Rocchi è tornato in auge egli ultimi giorni, chiamato in causa dal designatore degli arbitri Rizzoli e dall'ad dell'Inter Beppe Marotta. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex arbitro ha provato a fare un po' di chiarezza su quelle che sono le sue nuove mansioni.

Come è nato questo ruolo?

"Ho iniziato a pensare a quello che avrei fatto dalla notte dopo la mia ultima partita. Cercavo un modo per trasferire qualcosa dal mondo del calcio a quello degli arbitri attraverso la comunicazione, perché credo che siamo un po' carenti da questo punto di vista. Ne ho parlato con Rizzoli e con il presidente federale Gravina. L'Aia è stata d'accordo nel "prestarmi" alla Federcalcio: io rimango un arbitro, ma abbiamo deciso di rendere il ruolo esterno per avere più terzietà".

Rizzoli è stato chiaro: non sarà un ufficio reclami. E allora che sarà?

"L'ufficio reclami sarebbe triste. La mia idea è capire ad esempio su un episodio su cui la commissione ha deciso una linea di intervento se questa trova o meno riscontro nelle squadre. Quando un episodio lo spieghi per come è nato, per come lo hai vissuto e sofferto, con trasparenza, tutti ti accettano con più facilità. Se lo lasci nel dubbio chiunque può dire la sua e tutti possono avere ragione o torto".

Come sta andando?

"C'è ancora qualche carenza nella conoscenza del regolamento, ma mi hanno sorpreso la partecipazione e l'educazione di tutti: ho fatto incontri ininterrotti di diverse ore, significa che parli a persone che ti ascoltano. Mostro ai giocatori la stessa presentazione che ha fatto Rizzoli agli arbitri. Poi chiedo un'opinione su episodi in cui la vedono diversamente. E se percepisco che un episodio è valutato fondatamente in maniera diversa, nulla vieta che ne parli con Rizzoli e che si aggiusti il tiro".

"Valla a rivedere" sta diventando una delle frasi più sentite sui campi. Una volta per tutte, quando si deve andare a rivedere e quando il Var deve suggerirlo?

"Leggendo il protocollo, la risposta sarebbe facilissima: quando c'è un "chiaro ed evidente errore". Ma in queste quattro parole c'è tutta la difficoltà che un Var può trovare nel suggerire una review perché è talmente soggettivo il "chiaro ed evidente errore"... Più rendiamo chiara e semplice la casistica e più sarà facile per gli arbitri e gli stessi calciatori ritrovarsi al suo interno".

Si va meno al Var?

"Non so, vorrei passasse l'idea che ci si va quando si deve. Ci può essere una partita con 4 interventi come un'altra con nessun intervento e che entrambi i casi siano corretti. Il grande obiettivo è trovare arbitri che arbitrino bene sul campo: quando c'è una linearità di interventi coerenti appena c'è qualcosa che non torna te ne accorgi subito e anche per il Var è più facile".

Nessuna riserva iniziale sulla Var?

"Sì avevo dei dubbi. E mi sono passati tutti dopo qualche settimana quando in Roma-Lazio capitò un episodio che riuscii a cambiare grazie al Var".

Per ora lei va a spiegare nelle sedi dei club, quando invece gli arbitri spiegheranno al pubblico?

"Vorrei creare un appuntamento fisso, non so in che cadenza ancora. In Bundesliga usano Twitter: è un'idea positiva, per noi sarà fondamentale avere la sala Var a Coverciano e mi auguro arrivi il prima possibile".

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