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ROLANDO: “Mi trovo bene all’Inter. A Milano uso la metro e i tifosi…”

Il protagonista di questa puntata di Drive Inter, rubrica di Inter Channel, è Rolando. Queste le sue parole: INTER – Ci sono molti giovani e anche giocatori con esperienza che hanno vinto tanto. La serie A è difficile. Stiamo imparando...

Simona Castellano

Il protagonista di questa puntata di Drive Inter, rubrica di Inter Channel, è Rolando.Queste le sue parole:INTER - Ci sono molti giovani e anche giocatori con esperienza che hanno vinto tanto. La serie A è difficile. Stiamo imparando tutte le cose che vuole il mister, ma possiamo arrivare in una posizione importante, non mi va di dire però il posto. Possiamo fare una stagione importante.FUTURO - Sono all'Inter adesso e mi sto trovando bene. Sono però in prestito, c'è tempo e non mi va di dire niente. L'importante è stare con la mia famiglia, non è facile per i bambini cambiare posto continuamente. Tra qualche anno voglio tornare a Capo Verde perché mi manca, è un posto diverso, mi manca ogni anno sempre di piùCAMPIONATO ITALIANO - Quando guardavo le partite non mi sembrava molto veloce, mi sembrava che tutte le squadre aspettassero indietro, invece aspettano anche, ma la ripartenza poi è molto veloce. Ho riguardato la partita di Bologna e in tv mi sembrava meno veloce, invece sul campo non è così. Ci sono anche calciatori fortissimi. Gara dopo guarda noto che ci sono giocatori forti e così è meglio, perché si impara tanto e si diventa più forti.PRIMO CONTRATTO - Ero in Portogallo, ma ero ancora bambino e non era importante, però per me era una vittoria. Il primo importante è stato nel 2004, quando ho terminato la stagione con l'Under 19 mi ha chiamato il procuratore. Mi ha detto che mi sarei allenato con la prima squadra. Non sapevo neanche che fare. La prima telefonata l'ho fatta a mio nonno. Un nonno è diverso, il nonno ti dice sempre "puoi farlo", non dice mai di no.CITTA' - Campo Maior è la prima ed era una cittadina molto piccola, parlo ancora con le persone che mi hanno aiutato lì. E' una specie di villaggio. A Lisbona ero piccolo, all'inizio stavo con mia zia, poi ho preso casa da solo e ho trovato le prime difficoltà perché dovevo mangiare, pulire. Poi sono andato a Porto e ho iniziato a vivere con mia moglie ed è l'ideale per stare con la famiglia. Porto somiglia a Napoli e Lisbona invece a  Milano. A Lisbona la vita è diversa, la vita è veloce. Porto è ospitale. Dopo sono arrivato a Napoli, sono stato solo 4 mesi, ma è come se fossero stati 4 anni. E' stato bellissimo, a Napoli c'è il sole, il mare, era come la mia isola. Le persone sono molto calde. A volte ancora parlo con persone di Napoli che ho conosciuto lì. A Milano invece la mia famiglia aveva bisogno di tranquillità e quindi abbiamo scelto di vivere lontano dalla città. Quando facciamo un giro al centro prendiamo la metropolitana. I tifosi guardano e dicono "No, ma non è Rolando...".  ITALIANO - Mia moglie ha lavorato in un ristorante italiano a Capo Verde e quindi ho imparato facilmente, poi mi piace imparare cose nuove.Ho imparato a dire qualche parola in napoletano. BAMBINO - Ero un po' cattivo. Volevo giocare con una pallina da tennis che conservo ancora a casa. Quando avevo questa pallina ero invece tranquillo, non facevo più niente. Il mio sogno è sempre stato quello di diventare calciatore.SCUOLA - Ero bravo. Avevo bisogno di studiare tanto, ma ero bravo. Avevo una maestra che chiedeva cosa volevamo fare da grandi e io rispondevo "calciatore". Lei mi diceva che era difficile, però io ci credevo, avevo fiducia. Se non avessi fatto questo, come mio cugino sarei stato elettrotecnico.CAPO VERDE - Mi manca. I miei amici sono quasi tutti andati in altri posti, ma comunque qualcuno è ancora lì. Ieri mi ha telefonato uno che mi ha spinto a giocare davvero a calcio. Quando arrivo lì la prima cosa che faccio è guardare il mare, mio nonno era pescatore e se oggi sono arrivato qui è anche merito suo. Il mare mi piace molto.TRE PAROLE - Capo Verde, lavoro e famiglia.