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Dopo le ultime polemiche, legate al mondo arbitrale, la Gazzetta dello Sport, ha intervistato l'ex arbitro Roberto Rosetti che, dallo scorso luglio è il responsabile del progetto italiano della Var (Video assistant referee), test per ora virtuali: "Le decisioni sbagliate non possono essere cambiate. Ma è solo questione di tempo perché si arrivi a questo. L’importante è sapere a cosa si va incontro comunicarlo e spiegarlo. Quando ho capito che l’aiuto tecnologico può davvero migliorare il calcio? La scorsa estate, durante il raduno degli arbitri di A. Gli ho detto: “Ripensate ai 3 errori più importanti che avete commesso”. Poi gli ho chiesto se con la tecnologia quelle sviste sarebbero rimaste. Che risposte ho avuto? Sono 22 fischietti di ottimo livello. Solo 8 casi erano interpretabili e quindi la Var non avrebbe cambiato nulla. In tutti gli altri la svista sarebbe stata tolta con grande beneficio per la regolarità della gara e pure dell’arbitro. Parlo per esperienza personale. L'errore dell'arbitro fa parte del gioco? Una volta era così, adesso la tv manda in onda in tempo reale le azioni contestate. La goal line ha dimostrato come sia possibile evitare inutili frizioni. L’importante è capire bene il raggio d’azione della Var. Come funziona? Due arbitri visionano le riprese tv. In alto c’è la diretta e sotto un monitor dove ripassa la stessa immagine con un ritardo di tre secondi. Quando accade qualcosa di sospetto, il Var può rivedere subito l’azione, poi se il dubbio resta chiede all’operatore di trovare le 4 migliori inquadrature per valutare il caso. Poi ne resta una: se il responso è diverso rispetto a quello del campo, scatta l’avviso. Tipo il possibile rigore tra Ronaldo e Iuliano in Juve-Inter con azione ribaltata e successivo penalty per i bianconeri? Esatto, quello è un caso che è stato usato come esempio. L’azione andava stoppata pochi secondi dopo lo scontro Ronaldo-Iuliano. Ma spesso il gioco è già fermo per proteste o altro, Se abbiamo dei dati? Certo, dall’inizio dei test in Italia sono state osservate 31 partite e 235 azioni sospette. Il tempo medio richiesto per arrivare a una decisione è di 27,2 secondi. Davvero pochissimi. Vogliamo fare un confronto? Nella Coppa America 2016 è stato convalidato un gol di mano al Perù col Brasile eliminato. Il gioco è stato fermo per quasi 4’. Alla fine presa la decisione sbagliata. Con la moviola sarebbe bastato molto meno per evitare l’errore. Quanti ne avremmo tolti nelle 31 gare di A prese in esame? Solo 9. Questo vuol dire che le altre 226 decisioni prese dall’arbitro in campo e passate al setaccio del replay, sono state confermate alla moviola. Nel 2018 avremo la moviola al Mondiale in Russia e poi in A? E’ possibile. Lavoriamo per arrivare a questo obiettivo. Tante cose vanno migliorate, ma siamo sulla buona strada"
(Gazzetta dello Sport)
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