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Toh, finalmente un pareggio! Incredibile ma vero, col solito psicodramma nel primo tempo e l'inattesa reazione da Inter dei bei tempi negli ultimi venti minuti di ripresa, quando si sono ripresi per i capelli partita e risultato.Il 2-2 finale col Catania non risolve nulla dei cronici problemi dell'Inter, ma all'intervallo si stava 2 a 0 per gli etnei, con Ranieri esonerato ed il record assoluto di sei sconfitte consecutive già pronto per gli annali. Se non altro, in venti minuti di puro orgoglio, l'Inter ha finalmente smosso una classifica immobile da più di un mese. Si continui pure a sputare su tutto e tutti ma ci si ricordi per un attimo della serie nera dalla quale si veniva ammesso e per nulla concesso che questo punticino in classifica possa essere pure un punto di svolta.Per la cronaca, solito primo tempo inguardabile che, dopo un paio di discrete conclusioni di Forlan, ha preso la via del solito disastro dopo nemmeno soli venti minuti di gioco. E' bastato un lancio scolastico da centrocampo di Barrientos per Gomez, lasciato solo contro Nagatomo, perché Julio Cesar raccogliesse l'ennesimo pallone nella sua porta. E dopo che Barrientos, ancora lui, pescato solo davanti alla porta nerazzurra, ha mancato l'aggancio decisivo davanti a Julio Cesar, il Catania ha pure raddoppiato. Marchese era in netto fuorigioco al momento di servire a Izco la palla per il goffo raddoppio! Cielo plumbeo e pieno di fischi all'intervallo a San Siro, quando è Julio Cesar, forse quello che sta vivendo peggio di altri una situazione assurda, a parlare a tutti. Eppure io non mi sono mai intenerito davanti alla presunta passionalità 'brasileira', né tantomeno per la letteratura sull'attaccamento dei calciatori alla maglia, coi soldi che girano oggi nel calcio che conta. Ma in questo senso ho sottovalutato il portiere nerazzurro, uno che è qui da sette anni e che fa ormai parte a pieno titolo della vecchia guardia. Resta il fatto che dopo quel discorso accorato di Julio Cesar, nella ripresa qualcosa è cambiato, anche perché Ranieri ha spedito in campo Sneijder al posto di Faraoni e al quarto d'ora si è giocato pure i podisti Poli e Obi per Palombo e Cambiasso, andato a sedersi in panchina tra fischi e applausi ironici che al Cuchu hanno perfino inumidito gli occhi. Fino a ieri tutti addosso a Cambiasso, ora scommetto che si sentiranno tutti in colpa. Mai un tifoso dell'Inter che tenga la stessa idea per più di una partita ma qui si è fischiato pure Ronaldo ai bei tempi, ma poche ciance. Giusto sostituire Cambiasso, meno giusto pensare che sia ormai inservibile per sempre un calciatore che ha solo 31 anni ma passa per averne 45! Comunque, con polmoni freschi in campo, l'Inter ha cambiato marcia e partita. Ben presto sono saltate tutte le marcature con ripetuti assalti alla baionetta e impennate d'orgoglio da Inter dei tempi andati, come quando prima Mancini e poi Mourinho per rimontare buttavano in campo tutta l'artiglieria! Sneijder, Milito, Pazzini e Forlan nel finale erano tutti al dà della linea della palla. Ed è toccato proprio all'uruguaiano, colpevole di troppi infortuni e ancor più di non chiamarsi Eto'o, riaprire la gara poco prima della mezz'ora con un diagonale sul quale Carrizo ha pasticciato. E dopo meno di dieci minuti Milito, su assist ancora di Forlan, ha scaricato nella porta catanese tutta la sua rabbia e l'orgoglio dell'Inter. Finale all'arma bianca con un rischio da cardioplama su una palla telefonata da Seymour verso Julio Cesar e il gol della vittoria fallito da due passi da Pazzini.Non è leale però pensare che quando si perde sia sempre e solo tutta colpa dell'allenatore o tutta colpa della squadra: si gioca, si vince, si pareggia e si perde tutti insieme. Sempre. Certo questo finale d'orgoglio per Ranieri vale come salvavita Beghelli almeno fino al 13 marzo, giorno del ritorno di Champions League col Marsiglia. Dovesse uscire dalla Champions chiuderà lì, altrimenti a fine stagione, a meno di altri inconcepibili rovesci. Tutte le negatività che ormai sappiamo a menadito restano, come i record negativi,, perché la difesa dell'Inter al momento è seconda solo a quella del Novara per gol subiti, peggiore ed è stato perfino battuto il primato negativo dei minuti senza gol, quello di 520 minuti, che risaliva alla stagione 1974-75 , interrotto da un rigore di Boninsegna contro la Fiorentina.Ora il nuovo poco invidiabile primato è stato aggiornato dal gol di Forlan aggiornato a 541 minuti e speriamo resista per sempre. Insufficiente la direzione di Celi che ha graziato Samuel di un cartellino dopo soli 7 minuti di gioco, ma si è ampiamente rifatto col gol in fuorigioco del Catania e con una direzione che ha innervosito solo l'Inter: a Pazzini per tutta la ripresa sono stati fischiati solo falli in attacco, ma il diritto di criticare seriamente il direttore di gara bisogna anche guadagnarselo, cosa che l'Inter pessimo calcio non fa da troppe partite. La Curva Nord aveva esordito con uno striscione chiaro: "Abbiamo chiesto dov'è l'uomo forte della società... e niente. Abbiamo chiesto chiarezza...e niente...La possibili conclusioni, caro presidente, sono solo due: assenza o incompetenza?" Sotto di due gol c'è stato un inevitabile accenno di contestazione, stoppato dall'orgogliosa riscossa. Ora la logica e il buon senso, compreso quello dei tifosi, vorrebbero che venisse tutto congelato, almeno fino al Marsiglia.
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