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Rossi: “Terzo posto impossibile. Kovacic? Anche di Morfeo si diceva che…”

Il noto giornalista e tifoso nerazzurro Gian Luca Rossi ha detto la sua sul momento dell’Inter dopo la sconfitta interna con il Torino: “Inter-Torino, decisa da una grave distrazione difensiva interista a favore dei granata...

Riccardo Fusato

Il noto giornalista e tifoso nerazzurro Gian Luca Rossi ha detto la sua sul momento dell'Inter dopo la sconfitta interna con il Torino: "Inter-Torino, decisa da una grave distrazione difensiva interista a favore dei granata all’ultimo secondo, è la pietra tombale per chi, a differenza del sottoscritto, ha creduto che si potesse davvero puntare al terzo posto. Nel calcio purtroppo si può improvvisare solo quando si ha la maggioranza della formazione di caratura superiore. Kovacic e Icardi, senza che nessuno si offenda, si confermano buoni progetti di campioni, ma al momento vanno troppo a corrente alternata.

Come il Milan, che però al momento ha smesso di fare mercato, l’Inter in questo campionato pare destinata ad un ruolo da semplice comprimaria e, a differenza di alcuni grammofoni di quel regime, noi dobbiamo avere l’onestà intellettuale di ammettere che a Mancini finora non è riuscita la sterzata. Sono il primo ad intravedere perlomeno un progetto a medio termine da questa parte del Naviglio, a differenza dell’altra sponda, ma 10 punti in 9 partite sono comunque pochi, soprattutto per un tecnico di valore come il Mancio, il cui lavoro è comunque improntato ben al di là del giugno 2015. Quello che si sta facendo sul mercato ha lo scopo di durare nel tempo, sostituendo un po’ alla volta chi sapete.

Purtroppo avendo in alcuni ruoli poca qualità in certi ruoli Mancini deve arrangiarsi a sua volta, con Obi e Kuzmanovic fuori ruolo. Con questo c’è ancora un’Europa League da giocarsi, una Coppa Italia in cui vendere cara la pelle e un campionato dove si può comunque realisticamente ancora puntare ad un quinto posto finale. Ovvio poi che Mancini carichi i suoi parlando di Champions da afferrare ad ogni costo, ma bastano due semplici conti per capire che, attraverso il campionato, l’impresa è assolutamente irrealizzabile. La quota-punti per chiudere terzi sarà presumibilmente tra i 65 e i 70 punti. L’Inter, a girone di ritorno già cominciato, è ferma a 26. Contate quanti punti dovrebbe fare.

Praticamente qualcosa di analogo a quel che han fatto Juve e Roma nel girone d’andata.Impossibile per una squadra che col Torino ha calciato due volte in porta in quasi 100 minuti, con i quattro davanti incapaci di superare gli otto che Ventura ha ovviamente messo stabilmente davanti a Padelli. Il catenaccio, in fondo, mica è vietato dalla legge. E sarà sempre difficile trovare il gol contro squadre che si arroccano, soprattutto ora che col Mancio non si gioca più in contropiede, ma si punta a stare stabilmente nella metacampo avversaria. Icardi fa solo la punta d’area: se lo metti nel Bayern o nel Barcellona fa 30 gol a stagione, ma in un’Inter dove tutti devono forzatamente lavorare in tutte le zone del campo, rischia di essere un lusso. Per gli amanti del gossip c’era proprio lui su Maxi Lopez in occasione del gol granata di Moretti. Su Kovacic si continua a non capire dove debba giocare: parli con tre allenatori e ti indicano tre ruoli diversi!

In 2 anni Mateo ha tirato in porta forte, secco e preciso solo con la Lazio, non calcia le punizioni, non ha attitudini acrobatiche e chi lo difende dice che se ogni volta ne dribbla tre è perché nessuno si muove senza palla. Qualcosa del genere lo si diceva anche di Morfeo, senza che nessuno si offenda. Torno a dire che Kovacic ha più talento di tutti gli altri e non dev’essere messo sul mercato, ma bisogna lavorarci sopra più del previsto. Su di lui, come su altri. Col Torino, persi per infortunio due difensori su quattro, si è visto che la coperta è ancora troppo corta in alcune zone del campo. Sul mercato si tenterà di intervenire anche lì. Per fortuna Erik Thohir ha chiarito per l’ennesima volta le strategie finanziarie dell’Inter alla faccia dei tanti improvvisati commercialisti col battesimo come titolo di studio che da qualche tempo ammorbano l’aria. Chissà perché dovrei fidarmi più di loro rispetto a colui che, fino a prova contraria, è il Presidente dell’Inter. Ma è straniero e viene da molto lontano e per come siamo provinciali qui, dove l’inglese lo capisce uno su 100, le stronzate a raffica sono inevitabili.Il progetto di ricostruzione dell’Inter non si esaurisce certo a giugno 2015, ma ha lo scopo durare negli anni. E questo vale anche per il mercato.