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Detto ciò, l’analisi può diventare una sofistica questione di bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno, sulla quale il popolo juventino può decidere di schierarsi a seconda dall’umore e dell’inclinazione caratteriale. Per esempio: la reazione della squadra è buona, così come eccellente è la furia con la quale Vlahovic la trascina al vantaggio, occupandosi direttamente del gol, ma soprattutto facendosi sbuffante locomotiva dello spirito collettivo. La Juventus, nonostante il pareggio, resta una squadra viva e combattiva, non ha perso nulla di quello che l’ha portata a 53 punti. Viceversa, si può storcere il naso di fronte al progressivo abbassamento della squadra nel finale di gara; di fronte alla grave distrazione in occasione del gol; di fronte alla moltitudine di errori tecnici. La gara è generosa di spunti sia per gli ottimisti che per i pessimisti, ma, a 16 giornate dalla fine, il pari con l’Empoli sposta solamente il modo di interpretare lo scontro diretto di domenica a San Siro. Se oggi l’Inter battesse la Fiorentina, scavalcherebbe nuovamente la Juventus (con una gara in meno) e, quindi, l’obbligo di vincere sarebbe tutto dei bianconeri. Ma davvero sarebbero andati a Milano solo per pareggiare?
Insomma, il pari contro il meritevole Empoli del bravo Nicola, può risultare fastidioso per la classifica, ma è lontano dall’essere il terribile segnale di sventura che qualcuno intravede. Tanto più che, da oggi, la Juventus non corre più il rischio di sbagliare, perché pensare all’Inter è la cosa giusta da fare. Domenica sera, verso le undici, sarà invece tempo di un primo piccolo bilancio sulla miracolosa crescita della squadra operata da Allegri: il modo con cui affronterà una sfida scudetto potrà dirci molto di più della non impeccabile prestazione di ieri pomeriggio”, si legge.
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