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"La squadra più forte in cui ho giocato. Mi sentivo tutt'uno con i tifosi e forse per quello che sono rimasto ancora affezionato a questi bellissimi colori". Così Ruben Sosa in un'intervista concessa ai microfoni di Inter.it, uscita nel matchday programme di Inter-Genoa lo scorso novembre.
LE PUNIZIONI - "Il segreto? La verità è che a me piaceva tantissimo allenarmi. Restavo ad Appiano a calciare, calciare, calciare. Guardavo anche gli altri, come mettevano la palla: Enzo Francescoli, per esempio, era bravissimo e in Nazionale facevamo gare su gare. Quando il pallone era sui 30-35 metri, era la mia posizione preferita. Me lo facevo toccare e calciavo fortissimo. Boom".
I MIGLIORI BATTITORI - "Metto Maradona, Roberto Carlos e Roberto Baggio. Diego aveva le mani al posto dei piedi, era incredibile. Se non faceva gol prendeva la traversa. Roberto Carlos aveva un modo di calciare potente e preciso. E Baggio, beh, lui la pennellava dove voleva, sul serio. Tutti e tre divini".
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