Intervistato da Sportweek, il cantante e grande tifoso dell'Inter Enrico Ruggeri ha parlato della sua passione per i colori nerazzurri, ma anche della proprietà:
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Ruggeri: “Chi è il presidente dell’Inter? Boh. Invidio la Juve con la famiglia Agnelli”
Il cantante e grande tifoso dell'Inter Enrico Ruggeri ha parlato della sua passione per i colori nerazzurri, ma anche della proprietà
Quando nasce il suo tifo per l'Inter?
"Da bambino. Il mio papà era interista, ma di quelli tiepidi. Neanche andava allo stadio. In quegli anni c'erano due grandi squadre: l'Inter di Herrera e il Milan di Rocco e io mi sono avvicinato ai nerazzurri".
L'idolo da bambino?
"Mazzola. Ma erano gli Anni 60, quelli della Grande Inter, quelli della formazione mandata a memoria: Sarti, Burgnich, Facchetti...Giocatori irripetibili, e non erano rose da ventotto giocatori come oggi, ma da tredici o quattordici al massimo".
L'idolo di oggi?
"Devo citarne almeno due: Lukaku, uomo-squadra, una sorpresa in questo senso per il cuore che ci ha messo. Poi Barella, che è un predestinato. È veloce, contrasta, tira da fuori, insomma canta e porta la croce: ha un futuro da numero uno".
La preoccupa l'inter senza Conte oppure ha fiducia in Simone Inzaghi?
"Mi preoccupano i motivi che hanno spinto Conte ad andare via. Temo che si sia reso conto che non c'erano i mezzi per sviluppare il progetto Inter. Temo che lui abbia chiesto questo e quello per fare la Champions e che si sia sentito rispondere: non soltanto non possiamo darti quello che vuoi, ma dobbiamo pure vendere qualcuno».
A proposito di progetti e proprietà: il fatto che Inter e Milan siano in mano a un'azienda e a un fondo stranieri è un segno del declino dell'economia italiana?
"È una cosa tristissima. Quando ero ragazzino il presidente dell'Inter era Ivanoe Fraizzoli. Aveva un bellissimo negozio in via De Amicis, a Mjlano, in cui vendeva uniformi militari, abiti talari, cose così. Noi ragazzi ci affacciavamo alle vetrine e vedevamo proprio lui, Fraizzoli, alla cassa. Lì, alla portata di tutti, non solo metaforicamente. Un altro di questa pasta era Ernesto Pellegrini, al quale proprio Fraizzoli vendette in lacrime il club dicendo: "Il calcio è cambiato". Oggi chi è il padrone dell'Inter? Boh. Un ragazzo cinese che risponde a una holding, che risponde a sua volta a un'altra? Quando ho visto che il derby veniva trasmesso alle 12.30 per mandarlo in diretta in Cina, coi nomi dei giocatori sulle maglie scritti in cinese, ho capito che si era chiusa un'epoca. Lo dico a denti stretti: invidio la Juve, che negli Agnelli conserva una famiglia italiana di riferimento, come Moratti e Berlusconi erano per Inter e Milan".
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