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Carlo Muraro, ex attaccante dell'Inter, ai microfoni di Tuttosport ha parlato di Karl-Heinz Rummenigge, suo compagno di squadra in nerazzurro nella stagione 1984/85.
Quando si parla di Karl-Heinz Rumenigge, viene in mente la storia delle oltre cento casse di vino a Carlo Muraro, che oggi è osservatore per l'Inter, e ha condiviso in nerazzurro con il tedesco la stagione 1984/85. Muraro, come andò?
"Prima di campionato. Doveva giocare lui, venerdì Castagner lo aveva provato con i titolari. Poi domenica mi sono ritrovato in campo al suo posto e dopo otto minuti ho segnato. Così ho vinto il premio per il primo gol della Serie A, 700 bottiglie di vino che ho regalato in giro".
Cosa la impressionava di Rummenigge?
"Ero la terza punta, dietro Kalle e Spillo Altobelli. Nelle partitelle ad Appiano mi divertivo a fare il difensore, per imparare i movimenti di Rummenigge. Era bravissimo a liberarsi dalla marcatura. Anche se non era il mio ruolo, altri compagni li tenevo, lui era impossibile. Poi nei contrasti spalla a spalla non c'era storia. Kalle pesava 90 chili, io venti in meno. In quel periodo non c'erano tanti giocatori con quella fisicità: era una macchina di cilindrata potente. Ma era anche agile, un atleta a tutto tondo, bravo in elevazione, con uno stacco notevole, e spettacolare in acrobazia. Uno degli attaccanti più completi mai visti".
Tutti e due giocaste poco quell'anno.
"Io fui operato al legamento collaterale, lui aveva problemi al tendine d'Achille. Abbiamo passato tanto tempo ad Appiano per la riabilitazione, momenti tristi perché un calciatore vuole sempre giocare. Era molto affabile, sempre pronto ad ascoltare. Capiva l'italiano, non lo parlava ma si sforzava per farsi comprendere da tutti noi.
Me lo ricordo quasi sempre allegro, un tipo eccezionale con un grande carattere, un leader che dava sempre l'esempio. In campo era uno che le prendeva e stava zitto, poi le dava e stava zitto".
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