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Sono tante le cause che hanno logorato il rapporto tra Suning e Sabatini e che hanno portato alla chiusura anticipata del rapporto. Dal mercato, alla poca autonomia in sede di trattative, al progetto naufragato delle società satellite fino ai risultati sul campo di Jiangsu e Inter. Rapporto ormai freddo tra Suning e Sabatini, un rapporto nel quale più nessuno credeva nei piani alti del colosso cinese.
JIANGSU - E' stato proprio Sabatini a portare Capello sulla panchina del club cinese. Don Fabio è riuscito al primo anno nella salvezza, ma la stagione attuale era iniziata male con una vittoria e due sconfitte nelle prime tre giornate di campionato. Risultati evidentemente ritenuti inadeguati rispetto all’investimento fatto per uno staff tecnico scelto appunto da Sabatini. L’inizio del 2018 è obiettivamente deludente, ma gli alibi non mancano: mercato in entrata anonimo (austerity anche qui), ceduta la «stella» Roger Martinez, mai a disposizione finora Boakye e Ramires, i due più importanti stranieri in rosa.
INTER - L'Inter sta provando a rimanere aggrappata al quarto posto, ma la squadra di Spalletti ha passato un periodo molto negativo terminato da poco con le vittorie ottenute con Benevento e Sampdoria e con il pareggio per 0-0 con il Napoli. Suning si aspettava forse di più, anche con un mercato sostanzialmente bloccato, visto il budget messo a disposizione nella scorsa estate. Bonus compresi, Vecino e Dalbert sono complessivamente costati più di 50 milioni in cartellini: sovrastimati, certo, operazioni però concluse prima del «blocco governativo». A pesare ancora oggi come macigni ci sono in verità le operazioni Joao Mario e Gabigol, e qui Sabatini e parte dell’anima italiana del club c’entrano poco.
(La Gazzetta dello Sport)
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