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Sabatini: “Inter? Io coglione incommensurabile a lasciarla. Ma volli prendere con forza…”

Marco Astori Redattore 
Le parole del dirigente: "All'Inter c'era a fare da trampolino di lancio la famiglia Zhang e un management esperto. I Friedkin invece non hanno capito che la Roma senza la sua gente non è niente"

Walter Sabatini, ex direttore dell'area tecnica di Roma e Inter, ha rilasciato un'intervista ai microfoni de Il Messaggero. Queste le sue parole sul percorso in giallorosso e nerazzurro: "Per certi versi è stato simile, visto che a lungo entrambi hanno puntato sui parametri zero. Ma è un'arma a doppio taglio. Se porti giocatori a cui dai stipendi altissimi, scavi un fossato nello spogliatoio ed è pericolosissimo".

C'è più gap fra le due rose o tra Marotta e Ghisolfi?

"Marotta è un grandissimo, Ghisolfi nella migliore delle ipotesi è un bravo giovane dirigente. Agli stranieri devi dare qualche mese per ambientarsi, anche se alla Roma ho l'impressione che ancora non abbiano capito dove sono, come non l'hanno capito i Friedkin, che non hanno mai parlato con la gente. È un atto di un'arroganza insopportabile".

C'è un romanista che può essere titolare nell'Inter?

"Pisilli. Copre campo, ha personalità, muove bene la palla. È un ragazzo che può giocare in tutte le big".

Perché la Roma potrebbe vincere contro l'Inter?

"Perché il calcio è un mistero che non sarà mai compiutamente svelato".

Da dirigente, perché scegliere come allenatore Juric o Inzaghi.

"Juric ha un bel temperamento ed è stato uno dei primi a fare un calcio gasperiniano. Inzaghi, che conosco dai tempi della Lazio, lo sceglierei perché dai tempi della Primavera le sue squadre giocavano benissimo. Riesce a trasferire ai giocatori buonumore, personalità e leggerezza. Guradi che non è poco".

Che differenze ci sono fra le proprietà Usa dell'Inter o della Roma?

"All'Inter c'era a fare da trampolino di lancio la famiglia Zhang e un management esperto. I Friedkin invece non hanno capito che la Roma senza la sua gente non è niente. L'affetto e l'adrenalina che genera questa città e questo ambiente li hanno totalmente ricusati".


La cosa più bella che ha fatto nell'Inter e nella Roma?

"In nerazzurro l'arrivo di Bastoni, che ho voluto con forza. Nella Roma ho fatte tante cose buone, ma non sta a me dirle. Comunque ho combinato anche qualche cazzata".

Allora ci dica le sciocchezze commesse.

"All'Inter essermene andato. Non ci sarà mai un motivo per spiegarlo. Sono stato un coglione incommensurabile. Non si lascia l'Inter, così come non si lascia la Roma, ma qui sono stato costretto. La scelta di Pallotta di nominare un consulente (Baldini, ndr) oscurava completamente la figura del direttore sportivo, che restava solo a fare il punching ball".

Chi vince lo scudetto?

"Sulla carta l'Inter, ma il Napoli ha ricreato un ambiente vincente. L'effetto Conte è tangibile. Solo lui poteva farcela in un mese".