Chi aveva dialettica originale, seppure con ironia indirizzata sempre agli stessi bersagli, era il vice presidente interista Peppino Prisco. Quando declamava il suo pezzo forte, strappava un sorriso anche agli avversari: “Se incontro un milanista, poi mi lavo la mano. Se stringo la mano a uno juventino, poi mi conto le dita”. E giù risate. Perché se non vinceva, l’ironia almeno pareggiava. Mica ora, che comanda la permalosità per un “guardie e ladri” o “Sinner-Djokovic”. Del resto, l’avvocato battutista Prisco se la giocava con l’Avvocato, quello con la maiuscola, Gianni Agnelli. Altra classe. Altri tempi.
È tempo di confessare, qui, che la memoria arranca a caccia di successivi episodi di fair-play tra Inter e Juventus. Bisogna ammetterlo, stravincono le ricerche di Google che indirizzano al fair-play finanziario, con accuse da tifosi rabbiosi su debiti cinesi e ricapitalizzazioni torinesi. Proprio a Torino, del resto, non proprio un gesto di fair play accompagna una storica sostituzione, avvenuta in Juve-Inter di metà anni Novanta. Esce Roberto Baggio, entra Del Piero. Era la prima staffetta, quella che indicava alla Juventus la via del futuro che di lì a poco sarebbe stato riservato solo ad Alex. Il Divin Codino, che era sia sveglio sia malizioso, non la prese bene. La partita non merita la ricerca per il risultato, un antipatico 0-0. Ma su YouTube si trova l’immagine del cambio, con stizza di Baggio e mancata stretta di mano con Lippi. Peraltro, i due si ritrovarono poi proprio all’Inter per proseguire il loro regolamento di conti. Ma questa è un’altra storia.
La storia più recente è di pochi anni fa, quelli del Covid e degli stadi a numero chiuso. Per battagliare anche all’Inter, Antonio Conte si era preso il suo guerriero preferito, Arturo Vidal. Solo che al primo incrocio con la Juventus, il cileno non aveva trovato di meglio che onorare il curriculum bianconero abbracciando Chiellini e baciando lo stemma sul petto del capitano bianconero. Apriti cielo, apriti social! Per sua fortuna, Vidal in campo non ha il telefonino e non si accorge della bufera sul web. Gioca bene, praticamente la sua unica prestazione accettabile all’Inter. E addirittura segna. Così il bacio alla doppia JJ viene salvato con nome “disattenzione”, quasi fair play. E comunque serve per annodare il filo degli episodi condivisi nella storia di Inter e Juventus. Non ce ne sono tanti. Ma magari Google indicizzerà questo “Tuttosport” per raccontare ai millennial che, nella secolare storia bianconerazzurra, ci sono stati anche applausi. Pochi, come si dice, ma buoni. Da ricordare.
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