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Di virale, semmai, c’è la leggenda che il 10 dell’Inter segni più gol grazie a più palloni giocati rispetto al 9 della Juve. Fake news. In verità i dati coincidono. Sono quasi copia&incolla. Palloni giocati (in area e non), tiri in porta (nello specchio e non), occasioni create, legni colpiti, rigori realizzati o sbagliati, eccetera eccetera. Sui siti più affidabili e specializzati, circolano statistiche molto dettagliate. Viene il mal di testa a riportarle tutte, con percentuali e decimali. Ma, fidatevi, la sostanza è una: Lautaro ha una mira appena migliore rispetto a Dusan. Questo era il responso della stagione fino a poco tempo fa. Poi, da un paio di mesi, Vlahovic ha cambiato marcia. Tipo “stop and gol”. Pubalgia più feeling intermittente con Allegri avevano causato lo stop dell’anno scorso. Il 2024 sta diventando l’anno dei gol ritrovati. E anche se pressoché invariato rispetto al girone d’andata, il distacco in classifica marcatori fa immaginare un duello vivace fino a maggio.
Al termine del campionato si vedrà quanto grande sarà il divario tra i due. Che hanno in comune tanti numeri, sì, ma non tutti. Lampante, per esempio, la differente quotazione di mercato “certificata” da Transfermarkt: Lautaro 110 milioni, Vlahovic 60. L’interista continua a crescere, lo juventino ha appena arrestato la discesa rispetto al prezzo del gennaio 2022: 70 milioni più 10 di bonus. L’età non fa la differenza, anzi sembra un dettaglio: 26 anni e mezzo per l’argentino, 24 appena compiuti per il serbo. Entrambi nel pieno della carriera, quasi al top per capitalizzare impegno e talento. Ecco: attenzione al verbo “capitalizzare”, perchè invita a riflettere sul più evidente divario tra i due. Lautaro guadagna 6 milioni, mentre Vlahovic già 9 e saranno 12 l’anno prossimo. La scadenza contrattuale invece li accomuna: giugno 2026. Al trattamento di fine rapporto mancano due anni, ma sono già iniziate le preoccupazioni.
Non occorre uno scienziato di mercato per fotografare la situazione attuale. L’Inter immagina una proposta di rinnovo moderatamente al rialzo, la Juventus discretamente al ribasso. In soldi e soldoni: Marotta fa trapelare un accordo che arriverà («Ma certo che arriverà, non c’è fretta e l’intenzione è comune»), mentre Giuntoli fa intuire lo stesso con fiducia copia&incolla, come frutto dell’intelligenza artificiale sull’accordo che arriverà: «Ma certo che arriverà, non c’è fretta e l’intenzione è comune».
Finiti i tempi delle sfide guardie e ladri più Djokovic e Sinner, adesso Inter e Juventus parlano una lingua comune. Pensano parola per parola allo stesso modo. E hanno un obiettivo identico: il rinnovo contrattuale del centravanti titolare. Tutto molto bello se al quadretto si unisce la narrazione che favoleggia di Lautaro e Dusan perdutamente innamorati delle loro squadre, dei tifosi, delle città e quant’altro. Quindi un accordo si troverà, come naturale conseguenza di una storia d’amore. Ma è veramente così? Anzi, attenti al verbo declinato al futuro: sarà veramente così?
Sarebbe forte la tentazione di riprendere metafore attuali grazie alla Formula 1 al via nel week-end. Meglio evitare, perchè il più attuale tormentone matrimoniale richiama perfino i Ferragnez. E non è il caso. Però i Martinez, intesi come lui e il suo procuratore, sanno che in Europa ci sono dieci club pronti a offrire un ingaggio da dieci milioni, persino qualcosa in più. L’Inter di Marotta e Ausilio ne è sicuramente consapevole, chissà se anche l’Inter di Zhang (e Oaktree). Invece i Vlahovic, intesi come lui e l’ostico manager Ristic, sanno di aver firmato un accordo consensuale, non un’estorsione. E pare improbabile che l’amore per la maglia passi dal cachemire in boutique alla lana dell’outlet.
Gol e statistiche, gioco e allenatori, tifosi e contratti, Lautaro e Dusan. Nel week-end della Formula 1, il titolo costruttori è ormai dell’Inter e si intravede vicinissima la bandiera a scacchi nerazzurri. Invece il titolo piloti, lo scudetto dei bomber, ha ancora tante curve da superare, prima del rettilineo finale. Pronti, via. Semaforo verde: sarà una bella gara. Di calcio e calciomercato”, si legge.
(Fonte: Tuttosport)
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