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Sacchi: “Inter, serve più coraggio: Inzaghi fa un capolavoro se…”

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Il pensiero dell'ex allenatore e commissario tecnico alla vigilia della sfida tra l'Inter e il Bayern Monaco

Alessandro De Felice

"Riapre il luna park Champions e noi italiani speriamo che questa sia la volta buona per portare a casa il premio più ricco". Nel giorno in cui riparte la competizione internazionale più importante del 'Vecchio Continente', Arrigo Sacchi ne parla sulle colonne dell'edizione odierna della Gazzetta dello Sport.

"Sono dodici anni che non ci riusciamo, per meriti altrui e per colpe tutte nostre: è arrivato il momento di invertire la tendenza, sennò anche quest’anno ci tocca tornare a casa con il muso lungo perché non abbiamo acchiappato il codino e magari andare a letto senza cena. Juve, Milan, Napoli e Inter hanno l’onore di rappresentarci: lo facciano dimostrando di voler essere padroni del campo e del gioco. Soltanto così si può vincere. E magari evitino, le nostre squadre, di mettere più difensori che attaccanti, perché altrimenti giocheranno in nove o in otto contro undici, e così non potranno fare pressing, non potranno fare raddoppi di marcatura, non potranno basarsi sul possesso palla e avranno una sola via d’uscita: difesa eroica e contropiede. Ecco, mi auguro proprio che la musica sia cambiata".

L'ex allenatore e commissario tecnico, oggi opinionista, si sofferma sull'Inter di Simone Inzaghi, reduce dal ko nel derby e impegnata domani sera a San Siro contro il Bayern Monaco:

"L’Inter affronterà il Bayern Monaco che non è al top, come i nerazzurri del resto. Nel derby sono partiti male, hanno proseguito peggio e poi si sono rialzati e hanno rischiato di arrivare al pareggio. Devono avere più coraggio e Simone Inzaghi deve trasmettere più conoscenze al suo gruppo. Se ci riuscirà, avrà compiuto un capolavoro. Se invece continua a giocare un calcio difensivo, l’Inter permette agli avversari, a tutti gli avversari, di essere pericolosi e ben organizzati. Infine confesso un sogno: vorrei che tutte le nostre squadre abbandonassero il passato e si proiettassero nel futuro. Non è mai troppo tardi".

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