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A parte il suo desiderio, è però una strada percorribile?
«Penso di sì, perché non esistono cose impossibili. In passato ci sono riusciti il Cagliari di Gigi Riva e il Verona di Bagnoli. Dalla provincia alla gloria. Perché non ce la dovrebbe fare l’Atalanta? Però devono esserci le premesse perché ciò possa accadere».
E quali sono queste premesse?
«Tre. Forti motivazioni, grandissimo spirito di squadra e gioco di dominio. Se ci sono queste qualità, allora si può cominciare a ragionare».
Che cosa trasmette l’Atalanta quando gioca?
«A me tanta felicità. Vedo una squadra che gioca, che aggredisce, che lotta, che ha idee chiare, che si sacrifica. Tutto quello che serve per arrivare lontano. Gasperini, con poco, ha fatto tanto. Anzi: tantissimo».
E quest’anno ci sarà pure la Champions League.
«Ecco, qui tocchiamo un tasto delicato. Perché giocare la Champions è un motivo di grande soddisfazione e di prestigio, però bisogno mettere in conto che toglie parecchie energie».
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