Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex ct Arrigo Sacchi ha parlato del Mondiale che sta per iniziare oggi e delle favorite alla vittoria finale:
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Sacchi: “Brasile super, ma chi ha l’attacco dell’Argentina? In corsa Germania e Francia”
Quali sono le sue emozioni?
—«Le stesse di quando, nel 1954, vidi il Mondiale per la prima volta in tv. Avevo 8 anni e scappai di casa per andare al bar ad ammirare la Grande Ungheria di Kocsis, Puskas e Hidegkuti. Il mio spirito, ogni volta che guardo una partita di pallone, è quello di un bimbo che si augura di poter assistere a uno spettacolo. Ed è con questo spirito che non mi perderò neanche una sfida di Qatar 2022».
Le favorite?
—«Brasile, Argentina, Francia e Germania».
Il Brasile per quale motivo?
—«Perché la nazionale di Tite è molto solida in difesa, prende pochissimi gol. Thiago Silva e Marquinhos sono due colonne. E davanti alla retroguardia c’è una diga formata da Fred e Casemiro: mica facile passare di lì... Poi, quando il pallone arriva là davanti, Raphinha, Neymar, Vinicius o chi volete voi... hanno le qualità per mandare al tappeto gli avversari».
E l’Argentina?
—«Mi ha molto impressionato nella partita di Wembley contro l’Italia. Hanno grandi campioni e un gioco piacevole. Chi non vorrebbe in squadra gente come Messi, Lautaro e Di Maria? E poi non trascuriamo il fattore ambientale: ci sarà caldo in Qatar e le sudamericane possono essere avvantaggiate».
Ci dica della Francia.
—«Ultimamente non si è espressa al massimo, però è campione in carica e può sempre disporre di uomini di grande esperienza».
La Germania completamente rinnovata potrebbe inserirsi nella lotta per il titolo?
—«I tedeschi raramente hanno tradito nelle grandi manifestazioni. Hanno un carattere d’acciaio. Il c.t. Flick ha due grandi uomini in mezzo al campo come Gundogan e Kimmich, e là davanti c’è Sané che, quando ne ha voglia, è capace di far saltare i dispositivi di qualsiasi difesa».
Giovani da tenere sotto osservazione?
—«Dico i centrocampisti della Spagna: Rodri, Gavi, Pedri. Per loro è una grande vetrina».
Che cosa fa la differenza in un Mondiale? Più l’esperienza o più l’entusiasmo?
—«Senza l’entusiasmo non si va da nessuna parte. L’entusiasmo e la passione sono le qualità che ti permettono di superare i momenti difficili, la stanchezza, la delusione. In un Mondiale devi avere il fuoco dentro e gli avversari devono aver paura di scottarsi se si avvicinano troppo».
Il giocatore del passato che avrebbe voluto vedere in Qatar?
—«Maradona. Il più grande. Lui faceva cose che agli altri, quelli di ieri e quelli di oggi, non erano consentite. Nemmeno potrebbero pensarle, perché le sue erano idee lunari. Con un tocco era capace di cambiare la storia di un’intera partita. Uno così chissà quando nascerà ancora... Intanto godiamoci quelli che ci sono ora, e prepariamoci a vivere un mese di grandi emozioni».
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