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Sacchi: “Vincere con i bilanci in rosso è come rubare. Superlega? Sono curioso”

Fabio Alampi Redattore 

L'ex ct della Nazionale ha detto la sua sul progetto tornato alla ribalta dopo la storica sentenza che toglie alla UEFA il monopolio

Arrigo Sacchi, in un'intervista concessa a La Stampa, ha parlato del progetto Superlega tornato alla ribalta in questi giorni: "Sono curioso di sapere che cosa succederà. Mi interessano gli sviluppi più delle chiacchiere. Ma una valutazione mi sento subito di farla".

Prego.

"Mi sembra che le due parti in causa ora non si parlino. Gli organizzatori della Superlega e l'Uefa sono distanti, ma questa novità può essere da stimolo ad entrambi i soggetti".

E il nostro calcio in che posizione lo mette?

"Il nostro calcio è vecchio. Ma d'altronde è vecchio il Paese che sta vivendo una vera e propria crisi. Giusto per restare in tema, a furia di fare i furbi siamo finiti in fuorigioco".

Quindi la Superlega è necessaria per tornare competitivi?

"Presto per dirlo. Sicuramente potrebbe servire a darci una mossa. Nel calcio ci comportiamo come nella vita. Giochiamo in difesa, tattica e furbizia. Sperando che ci vada sempre tutto bene. Se avessimo un campo lungo trecento metri, noi italiani staremmo tutti negli ultimi trenta. Ad aspettare gli eventi".


Quindi i soldi (della Superlega) faranno la felicità?

"I soldi per i soldi no. I soldi spesi bene possono avvicinarla. Quando il Real di Florentino Perez comprò Zidane dalla Juventus per 150 miliardi tutti a stupirsi. E sa lui che cosa mi disse?".

Un dialogo tra lei e Florentino sa di molto esclusivo. Tireremmo a indovinare.

"Che c'era già un marchio che gliene dava trenta in più. Lo faccia sapere – mi disse – a quelli che in Italia mi criticano per queste cifre. Se li sai spendere, i soldi poi ti tornano".

Scusi, ma come la mettiamo con il Sacchi che premia il merito, e non le scorciatoie, e la Superlega che del merito invece se ne fa davvero poco tanto da piazzare chi vince i campionati nel girone più bolso?

"Ecco, qui voglio vederci chiaro. Non sarebbe giusto privilegiare le squadre solo per i soldi. Bisogna trovare un equilibrio che premi anche l'Atalanta o il Sassuolo di turno. Io credo nelle idee. Per me vincere con i bilanci in rosso è come rubare".

Quindi Arrigo Sacchi che cosa propone?

"Io ho già dato. Ma se vincono solo quelli che hanno i soldi si perde il senso della competizione".

Oggi quanto calcio vede Arrigo Sacchi?

"Tanto. E mi piace terribilmente il Bologna perché gioca bene e diverte. Il calcio non può essere noioso".

Nello scorso campionato disse identica cosa del Napoli, poi che cosa è successo?

"Ha colpito l'ebbrezza del trionfo. Succede quando hai giocatori non abituati al successo. Se poi perdi un allenatore come Spalletti, stratega e non tattico, ecco che nascono tanti problemi".

A proposito: Spalletti in Nazionale, Mancini in Arabia. Che idea si è fatto di questa nuova frontiera?

"Hanno i soldi, hanno organizzato un Mondiale. Sono indietro, ma vogliono migliorare e allora ben vengano. Io sconsigliai Ancelotti di andare ad allenare in Turchia, mi sembrava un livello troppo basso per lui. L'Arabia può diventare un soggetto importante per il calcio del futuro. E poi chi siamo noi per dare lezioni?".

Sacchi sarebbe andato ad allenare in Arabia?

"Perché no?".


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