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Una lunga intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport per parlare della volata Champions. Queste le parole di Arrigo Sacchi: «Pronostici non mi azzardo a farne, però dico che l’Inter è un bel pezzo avanti con i lavori. Mi spiego: ha cinque punti di vantaggio su quarta e quinta, che non sono pochi. E poi mi sembra che adesso, dopo le recenti turbolenze, la macchina sia stata sistemata. Certo, la prossima sfida contro la Juve sarà molto importante: se i nerazzurri passano anche quell’ostacolo, allora il cammino sarà in discesa».
A proposito: la Juve avrà il ruolo dell’arbitro in questa volata. Deve affrontare l’Inter, il Torino, la Roma e l’Atalanta.
«Una cosa è certa: dopo aver conquistato l’ottavo scudetto consecutivo, una striscia incredibile, i ragazzi di Allegri vorranno onorare al meglio il campionato. Non faranno sconti, non è nella loro indole. E chiunque si trovi davanti la Juve dovrà preoccuparsi non poco: l’eliminazione dalla Champions brucia, avranno il fuoco dentro».
Difficile, insomma, vedere una squadra rilassata, con la pancia piena.
«Lo escludo. È una questione di rispetto verso gli avversari e verso il pubblico. E la Juve ha sempre dimostrato di avere alti valori morali».
Il Milan, sabato scorso a Parma, ha perso un’occasione per allungare. Che ne dice?
«Lo sapete tutti che quando vedo quei colori il mio cuore batte più forte. Mi piacerebbe che il Milan si qualificasse per la Champions, la storia dice che quello è il suo posto. Però la strada è complicata. Gattuso sta facendo un grandissimo lavoro, deve avere la forza di mantenere alta l’attenzione e la concentrazione di tutto il gruppo».
Tra l’altro adesso i rossoneri avranno la semifinale di ritorno di Coppa Italia contro la Lazio: sfida che toglie energie per la volata Champions.
«C’è anche questo ragionamento da fare, bisogna valutare le condizioni fisiche di tutti e scegliere in base a chi sta meglio. Di fatto, in pochi giorni, il Milan si gioca il futuro: domani affronta la partita contro la Lazio e poi in campionato a Torino contro i granata, sfida difficilissima».
L’Atalanta ha compiuto un’impresa straordinaria a Napoli.
«Giocano un calcio bellissimo, di livello internazionale, hanno coraggio, idee, non mollano mai. Sono la vera sorpresa del campionato. Adesso avranno la semifinale di Coppa Italia contro la Fiorentina e poi altre cinque gare: considerando che il loro modo di affrontare le sfide è molto dispendioso, penso che l’aspetto fisico sia determinante. Ma quanto è divertente vedere l’Atalanta! Ti riconcilia con il calcio: attacca, domina, non ha mai paura».
La Roma incalza i rossoneri e l’Atalanta a un punto. Può mettere la freccia?
«Mi dà l’impressione di essere ancora una squadra poco affidabile. Capace di grandi giocate e di incredibili errori. Le possibilità le ha, e ha pure un discreto calendario: di partite da brividi ci sono soltanto la trasferta a Marassi col Genoa, che deve trovare i punti per la salvezza, e lo scontro all’Olimpico contro la Juve. Possono fare tutto e il contrario di tutto».
Veniamo al Torino: è lanciato, pronto per lo sprint, ha entusiasmo. Come vede i granata?
«L’aspetto morale, in questo momento della stagione, è fondamentale. Il Torino sta bene di testa e di gambe. I ragazzi di Mazzarri sanno di giocarsi una grandissima occasione, di poter scrivere una pagina di storia. Questo, se non diventa una responsabilità troppo pesante, può risultare un valore aggiunto. Certo che il calendario è tosto: il Milan in casa, poi il derby che non è mai una partita come le altre, e all’ultima giornata la sfida contro la Lazio. Bisogna schiacciare sull’acceleratore e non fare calcoli: tutto passa dall’eventuale vittoria sul Milan nel prossimo turno».
Anche la Lazio resta in corsa.
«Vero, ma che cosa hanno buttato via contro il Chievo? Lì si sono giocati il futuro. Adesso, per tornare in gara, devono fare una specie di miracolo: in questo finale di stagione devono ospitare l’Atalanta e fare visita al Torino. E in più c’è pure la semifinale di Coppa Italia contro il Milan a San Siro. D’accordo che si può vincere una volata rimontando il gruppo, ma bisogna saper prendere la ruota giusta e qui il discorso mi sembra complicato».
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