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Non siamo sempre stati precisi. Sono sincero: la retroguardia, in generale, sia nel primo sia nel secondo tempo, non mi ha dato l’impressione di essere perfetta, ma può darsi che mi sbagli. E, sia ben chiaro, sarei felicissimo di essere in errore... L’aspetto che va particolarmente curato è quello del pressing. Non ne facciamo, quando il pallone ce l’hanno gli avversari noi rinculiamo. No, si deve invece fare un passo in avanti, aggredire, azzannare l’avversario.
Il risultato va benissimo e vincere la prima partita di un torneo è una fondamentale iniezione di fiducia. Adesso si tratta di lavorare sui dettagli, di migliorare un po’ la condizione fisica, di far girare al meglio le gambe. Barella mi è piaciuto tantissimo, non scendeva in campo da parecchi giorni a causa di un infortunio, eppure nessuno se n’è accorto. A parte il gol, stupendo, è stato sempre presente in fase di costruzione e di ripiegamento. E poi voglio fare un applauso a Dimarco: ha commesso un errore gravissimo, questo è vero, ma poi ha reagito, non è stato lì a piangersi addosso e ha aiutato la squadra nella rimonta. Dimarco ha qualità tecniche e fisiche importanti, e ora abbiamo visto che ha pure grandi doti caratteriali. È su questa certezza che dobbiamo basarci per dare forza alle nostre speranze.
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