Del derby vinto ieri sera dal Milan sull'Inter ha parlato l'ex tecnico rossonero Arrigo Sacchi sulle pagine de La Gazzetta dello Sport:
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Sacchi: “Inter italiana, Milan europeo. Dopo il vantaggio Inzaghi si è chiuso dietro”
«Diciamo subito che per il Milan poteva essere un trionfo e invece si è trasformata in una semplice vittoria. Il trionfo è quando metti l’avversario al tappeto e non gli permetti di rialzarsi: qui, al contrario, l’Inter ha sfiorato il pareggio in più di un’occasione».
Ci sono state due partite in una.
«Solo due? Io direi anche tre o quattro. Dunque, all’inizio, dopo un normale periodo di studio, il Milan ha preso il dominio del campo e i nerazzurri hanno sfruttato un errore e sono passati in vantaggio. Poi c’è stata la grande reazione del Milan che ha pareggiato, ha allungato e poi si è inspiegabilmente fermato. E così l’Inter si è rifatta sotto. A San Siro le emozioni non sono mancate».
Dal punto di vista del gioco come le è sembrato il derby?
«C’era una squadra italiana, l’Inter, che si basava soprattutto sui singoli e sulla difesa, e poi c’era una squadra, il Milan, che praticava un gioco europeo, dove tutti si sacrificavano e partecipavano sia alla fase difensiva sia alla fase offensiva. E’ stata una partita strana, però: poteva capitare tutto e il contrario di tutto».
L’Inter, soprattutto dopo il vantaggio, aveva un atteggiamento molto prudente. Difetto da correggere?
«I nerazzurri avevano cinque difensori per tre attaccanti: dimostrazione che c’era molta paura. A tratti, li ho contati, c’erano dieci giocatori interisti tutti chiusi nella propria metà campo. Io non capisco: dopo l’1-0 era il momento per attaccare il Milan, perché poteva essere demoralizzato, e invece la squadra di Inzaghi si è chiusa là dietro. Mah...».
Il Milan ha reagito con il carattere, con la qualità del gioco e con il pressing.
«Sono stati bravi a recuperare palloni su palloni e ad aumentare il ritmo. Bellissimi i gol di Leao e Giroud. Tutti venuti da azioni manovrate velocemente. Di fronte alla rapidità dei rossoneri l’Inter è parsa in difficoltà».
Prima dell’ingresso di Dzeko i nerazzurri erano in bambola totale.
«Quando è entrato Dzeko il Milan si è spento. Probabilmente ha pensato di aver già vinto, ma le partite durano sempre novanta minuti, e anche di più. E, sul 3-1, ho scritto questo appunto sul mio taccuino: adesso i rossoneri devono insistere a ritmo alto, non far giocare l’Inter, perché altrimenti rischiano. I nerazzurri hanno qualità tecniche ed esperienza per poter rientrare in partita. E così è stato, ma credo che in questo caso il Milan abbia dei demeriti nella gestione della gara».
Le sostituzioni di Pioli l’hanno convinta?
«Quelle di Inzaghi, e penso a Dzeko e a Dimarco, hanno inciso di più. De Ketelaere fuori per Brahim Diaz è stato un rischio».
Dell’Inter l’ha colpita qualcuno in particolare?
«Dzeko, per il gol e per la grinta che ha trasmesso alla squadra alla ricerca del pareggio. E anche Dimarco. Prima del loro ingresso, però, ho visto pochino».
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