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Sacchi: “Inzaghi ottimo tecnico ma con una mentalità italiana. Allegri e Mou…”
Nel corso del suo intervento su La Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi ha parlato di Serie A ricordando quanto successo agli Europei:
"Riparte il Campionato, spero che sia spettacolare come lo è stata la nostra Nazionale. In questo Paese che in quasi tutti gli ambiti fatica a rinnovarsi e a evolversi, anche il calcio è stato coinvolto. Negli ultimi 60-70 anni abbiamo assistito a spettacoli calcistici prevalentemente tattici, difensivi e scarsamente emozionanti, con risultati a livello internazionale insufficienti. La paura, il tatticismo, il “difendere e poi si vedrà”, erano le regole. Lo spettacolo durava solamente qualche secondo grazie prevalentemente al colpo di un singolo. Gli assembramenti difensivi con uno o due difensori in più del dovuto hanno sempre penalizzato la squadra, che si ritrovava in inferiorità numerica a centro campo e in attacco. Il merito, la bellezza, il collettivo erano quasi sconosciuti".
"Negli ultimi anni però qualcosa si sta muovendo, grazie in particolare alla Nazionale azzurra guidata magistralmente da Mancini. Il c.t. ha ereditato qualche anno fa una situazione drammatica: la Nazionale fuori dal Mondiale 2018, i giocatori italiani quasi scomparsi dalle formazioni del campionato, un calcio antico e impaurito che lasciava prevalentemente il comando del gioco all’avversario per poi cercare di punirlo al suo primo errore. Questo è il Paese dei furbi, della tattica e dell’antichità. Però l’Italia è diventata campione d’Europa non giocando all’italiana, ma grazie a un collettivo coraggioso, ricco di collaborazione, comunicazione e sinergia. Un football che ha sorpreso il mondo calcistico per la bellezza e le idee. Ma non c’è solo Mancini. Ormai diversi allenatori dei nostri club mettono al centro il gioco, così da dare una forte identità alla squadra, che genera a sua volta orgoglio di appartenenza e idee chiare in campo. Un approccio vincente perché il gioco non si infortuna mai e non va fuori forma".
"Tra quelli che più si avvicinano a questo modello di tecnico che cerca sempre di avere il comando del gioco, di creare ottimismo e aumentare l’autostima, ci sono per esempio Gasperini, Pioli, Sarri, Juric, Di Francesco, Andreazzoli e Italiano. Anche Mihajlovic è un allenatore “ottimista”, sebbene il suo Bologna manchi un po’ di organizzazione difensiva. Spalletti si colloca a metà strada, mentre Inzaghi è un ottimo tecnico con una mentalità più “italiana". Non dimentichiamo poi che la Serie A quest’anno vede anche il ritorno di allenatori con un’idea di calcio diversa, ma molto bravi ed esperti, come Allegri e Mourinho".
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