L'ex ct della Nazionale, sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, ha parlato dell'Italia e delle scelte di Spalletti per l'Europeo
L'ex ct della Nazionale Arrigo Sacchi, sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, ha parlato dell'Italia e delle scelte di Spalletti per l'Europeo:
Spalletti ha scelto i suoi 26 ragazzi e mi auguro che siano tutti affidabili, pronti a dare l’anima in nome del collettivo e disponibili ad ascoltare e a mettere in pratica la lezione del commissario tecnico. Abbiamo poco tempo da dedicare alla preparazione e partiamo con un handicap non da poco: l’Italia non ha mai avuto una scuola, uno stile.
Ciò significa che Spalletti deve inculcare nei suoi giocatori i principi nei quali crede da sempre e fare in modo che tutti lo seguano: le squadre di club non hanno certo abituato i nostri ragazzi al tipo di calcio che insegna l’allenatore azzurro. Lui vuole che i calciatori siano sempre molto vicini tra di loro, che la squadra sia un blocco unito, compatto, corto. In questo modo si può pensare di giocare in undici, a patto che ci siano le giuste tempistiche di pressing e le corrette distanze tra i reparti. L’Italia, nelle intenzioni di Spalletti, dovrebbe muoversi come una fisarmonica, essere in grado di aggredire l’avversario in zona avanzata e di non lasciare spazi per le ripartenze. Il lavoro è piuttosto complicato, ma io ho fiducia perché Luciano è un bravissimo allenatore che ha una chiara visione e sa trasmettere al gruppo i suoi valori.
Contro la Turchia si è visto dove dobbiamo migliorare: il test è stato molto utile al commissario tecnico. L’obiettivo, lo ripeto per la millesima volta, è giocare in undici, essere sempre attivi sia quando abbiamo il pallone sia quando il pallone ce l’hanno gli avversari. Per arrivare a questo traguardo è necessario avere giocatori complementari: uno può colmare le lacune dell’altro, e viceversa. Inoltre, aspetto fondamentale, la condizione atletica e il gioco miglioreranno da qui all’inizio dell’Europeo, e magari ci saranno anche giocatori nuovi rispetto alla prova contro la Turchia. Barella, tanto per fare un nome, può essere un elemento molto importante: è un centrocampista che s’inserisce, che corre, che conosce i tempi di gioco. Anche Pellegrini, che conosco bene, è uno che può dare un notevole contributo. Adesso è forse un po’ stanco perché la stagione con la Roma è stata sfiancante, ma sono convinto che recupererà le forze in tempo per il debutto contro l’Albania.