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Sacchi: “Italia? Siamo arretrati. L’ultima Champions è quella dell’Inter”

Marco Astori

Le parole dell'ex allenatore: "Se uno vede una partita di serie A e poi cambia canale e vede la Premier o la Liga capisce che c'è qualcosa che non va"

Intervenuto ai microfoni de Il Messaggero, Arrigo Sacchi, ex allenatore, ha parlato così della disfatta dell'Italia, eliminata dai Mondiali per la seconda volta di fila: «Vogliamo vincere come viviamo. Pensiamo sempre che arriverà qualcuno o qualcosa a sistemare le cose al posto nostro. Siamo arretrati, siamo fermi a sessant' anni fa. Il calcio e il nostro Paese. Non ci sono idee. Di cosa ci stupiamo?».

Mancini deve dimettersi secondo lei?

«Sempre la solita caccia al capro espiatorio. No, lui non ha colpe. Non ne vedo. Deve restare, altro che andare via. Ma non a queste condizioni, non senza avere garanzie dalla Federcalcio e da Gravina che qualcosa cambierà nel sistema calcio italiano».

E cambierà?

«Non ci credo. Non succederà nulla. La Francia ha qualcosa come 14 centri federali, la Germania qualcuno in più, in Inghilterra è la stessa cosa. E noi? Che piano abbiamo? Non mi pare che si parli di investimenti in questa direzione».

Da dove partirebbe?

«Ogni punto sarebbe buono, tanto stiamo indietro su ogni cosa. Vediamo cosa fanno i club: vivono di debiti, si nutrono di questo come se fosse normale. Prendono 15 o 20 ragazzini alla volta all'estero, tanto li pagano pochissimo e incrociano le dita sperando che nel gruppo spunti l'affare che sistemi i loro conti. E c'è qualcuno che dice qualcosa? Lavoriamo con presunzione, pensando di essere furbi. Il risultato è questo».

Però, non riuscire neppure a fare un gol alla Macedonia del Nord...

«Se non fosse stata per la Nazionale che ha vinto l'Europeo a Wembley, e con merito, devo essere io a ricordare cosa abbiamo vinto in Europa negli ultimi 12 anni? Zero. L'ultima Champions è quella di Mourinho e dell'Inter. Si pensa che il problema sia il ct o i calciatori. Ma non è così. I colpevoli non sono loro: gli altri si evolvono, noi no. E adesso il presidente Gravina, uomo competente, deve mettersi al lavoro per provare a cambiare. Sennò tra quattro anni staremo a parlare di un nuovo fallimento».

Non è che è colpa anche del nostro campionato?

«Ovvio che lo è. Ma è una parte del problema. Se uno vede una partita di serie A e poi cambia canale e vede la Premier o la Liga capisce che c'è qualcosa che non va. Uno altrove si abitua a giocare a un ritmo differente rispetto ai nostri».

Sacchi, come si riparte da una simile disfatta che cancella anche la gioia per l'Europeo.

«I tecnici dei settori giovanili della Federcalcio incomincino a insegnare ai ragazzi a giocare. Spiegando che senza gioco non si vince al calcio. Perché non è che ogni volta puoi avere un colpo di fortuna e l'uomo della provvidenza che ti dà una mano a risolvere i guai».

Proviamo a trovare un lato positivo?

«Non sarà facile rialzare la testa. Le cose da salvare sono poche. E questa eliminazione non deve dare alibi: il rinnovamento deve essere totale e passa per il sacrificio, per mettere il merito al centro di ogni cosa, per trovare l'essenza del calcio. Saremo in grado di farlo?».