Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi commenta la decisione di Mancini di dimettersi da ct dell'Italia
A sorpresa ieri sono arrivate le dimissioni di Roberto Mancini da ct dell'Italia. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi commenta così la scelta del tecnico: "Sono rimasto sorpreso. Di più: basito. E chi avrebbe mai potuto pensare a una simile faccenda?".
C’è chi parla di tradimento, chi dice che Mancini se n’è andato perché attratto da un ricco contratto con la nazionale dell’Arabia Saudita, chi sostiene che il rapporto tra l’ormai ex c.t. e i dirigenti si era logorato. Secondo lei, dove sta la verità?
—
«Impossibile saperlo se non si è parte in causa. Il mondo del calcio è molto condizionato dai soldi, su questo non ci piove. Forse ci sarà stata anche qualche incomprensione con la Federcalcio, ma io non ne sono a conoscenza».
Mancini, dunque, ha tradito?
—
«La parola “tradimento” è piuttosto forte. Io dico che, se si è dimesso lui, è probabile che ci sia qualche proposta in ballo. Si può condannare uno perché si fa attirare da un contratto più ricco? No. Lo fanno i giocatori, e guardate quello che è successo in questa sessione di calciomercato, logico che lo facciano pure gli allenatori. Però...».
Dica pure.
—
«Non vorrei sembrare un moralista, ma mi sento di dire che, se i soldi hanno un vantaggio su tutto, non è un bene per il calcio. Però questa è la moda. Pensiamo a che cosa è accaduto qualche anno fa con Donnarumma o quest’estate con Tonali».