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Sacchi: “Milan, c’è un po’ di confusione. Già nel derby sorpresi dall’atteggiamento dell’Inter”

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L'ex tecnico, sulle pagine de La Gazzetta dello sport, ha commentato la vittoria di ieri sera del Milan a San Siro contro il Verona

L'ex tecnico Arrigo Sacchi, sulle pagine de La Gazzetta dello sport, ha commentato la vittoria di ieri sera del Milan a San Siro contro il Verona. Queste le sue parole sul momento della squadra di Pioli:

Non mi faccio incantare dal risultato, anche se battere il Verona non è mai semplice. Il problema è che la squadra di Pioli non è ancora un collettivo. Il collettivo, nonostante qualcuno la pensi diversamente, esalta il talento, non lo imprigiona. Se invece non c’è il collettivo, cioè non c’è gioco di squadra, il talento da solo serve a poco. Questa è una lezione che tutti dovrebbero mandare a memoria, ma in Italia vedo che pochi l’hanno capita.


Sacchi: “Milan, c’è un po’ di confusione. Già nel derby sorpresi dall’atteggiamento dell’Inter”- immagine 2

La sconfitta nel derby, così netta, ha certamente provocato qualche problema nell’ambiente. Normale che sia così. Come uscirne? Con il lavoro, con gli allenamenti, con la fatica. A patto che tutti s’impegnino al massimo, diano l’anima per il lavoro che fanno. E qui veniamo al secondo punto importante della questione: come sono i giocatori del Milan? Sono funzionali al progetto dell’allenatore? Mi auguro di sì, spero proprio che Pioli li abbia scelti secondo le loro caratteristiche tecniche e umane. È fondamentale conoscere i giocatori soprattutto come persone, perché sai esattamente quello che ti possono dare. Quello che ho notato è che il Milan non ha ancora il necessario equilibrio. L’avevo già visto nel derby, dove si è fatto sorprendere dall’atteggiamento dell’Inter e non ha avuto la forza di controbattere. E anche contro il Verona ha dimostrato di avere parecchi difetti.

Sacchi: “Milan, c’è un po’ di confusione. Già nel derby sorpresi dall’atteggiamento dell’Inter”- immagine 3

Gli attaccanti non rientrano in fase di non possesso; i difensori, quando hanno il pallone, lanciano lungo; non si capisce bene che tipo di manovra s’intende impostare. Mi sembra che ci sia un po’ di confusione e qui sta a Pioli mettere ordine , dare linee precise, dimostrare che lui è il primo a credere nelle idee che propone ai suoi ragazzi. Leao ha fatto un bel gol, ma oggi il Milan esiste soprattutto per il portoghese e questo è un limite. Leao, con il suo modo di stare in campo, con i suoi mancati rientri, con la mancata partecipazione al lavoro del gruppo, è quello che non ti permette di diventare un collettivo. Se si vuole fare un salto di qualità, in direzione di un calcio più europeo, è fondamentale che tutti siano funzionali al progetto e che tutti si sappiano sacrificare in nome della squadra. Diciamo che i rossoneri stanno cercando affannosamente di migliorare, ma i passi da compiere sono ancora parecchi. D’altronde una batosta come quella subita nel derby, con tutto quello che ha comportato, non si digerisce in fretta.

 

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